Se anche il cuore fa da bersaglio
Una articolo di revisione pubblicato dal New England Journal of Medicine fa il punto sulla cardiotossicità dei nuovi farmaci target antitumorali. Analizza in particolare alcuni classi e riporta interessanti esempi.
Una articolo di revisione pubblicato dal New England Journal of Medicine fa il punto sulla cardiotossicità dei nuovi farmaci target antitumorali. Analizza in particolare alcuni classi e riporta interessanti esempi.
Da un’indagine internazionale caso-controllo cui hanno partecipato centri italiani, belgi, olandesi e cechi, emerge che una diagnosi di cancro in gravidanza e persino l’esposizione in utero a farmaci chemioterapici non ha conseguenze rilevanti per il nascituro.
Uno studio coordinato dal National Cancer Institute e dal National Institute of Mental Health e condotto in 8 ambulatori oncologici statunitensi su 386 pazienti con cancro metastatico avanzato non responsivo ad almeno una linea di chemioterapia, ha indagato se la chemioterapia palliativa (praticata nel 56% del campione, n=216) negli ultimi 4 mesi di vita (valore mediano) sia in grado di modificare il decorso e la gestione della malattia.
I pediatri delle Università giapponesi di Kyoto e Tochigi descrivono le conseguenze della chemioterapia contro linfomi o leucemie condotta in età pediatrica sulle strutture del sistema nervoso centrale. La casistica si riferisce a 17 pazienti di 1,6-13 anni (9 maschi e 8 femmine; 15 con leucemia linfoblastica acuta, 2 con linfoma non Hodgkin senza infiltrazione del sistema nervoso) sottoposti a risonanza magnetica prima e dopo il trattamento.
Il trattamento della leucemia linfatica cronica con cicli di chemioterapia contenenti cladribina o clorambucile aumenta la probabilità di trombocitopenia immune. Questi risultati derivano dalla revisione dei dati del programma Polish Adult Leukemia Group (PALG)-CLL che raggruppa 12 centri ematologici e si riferiscono a 777 partecipanti a due differenti studi clinici randomizzati di prima linea con i farmaci in questione, somministrati da soli o in combinazione.
Secondo un’indagine retrospettiva, effettuata in 3 centri oncologici universitari olandesi, la chemioterapia è legata a una frequenza non trascurabili di interazioni farmacologiche. Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno interrogato l’archivio elettronico delle prescrizioni dei pazienti oncologici ambulatoriali (periodo esaminato ottobre 2010-ottobre 2011) e hanno individuato le potenziali interazioni sia con l’aiuto di software dedicato (Drug Interaction Fact software), sia attraverso un tradizionale processo di revisione condotto da esperti.
Un gruppo di ginecologi e oncologi statunitensi ha utilizzato i dati dell’archivio National Cancer Institute's Surveillance, Epidemiology and End Results per valutare l’incidenza e le caratteristiche cliniche della leucemia mieloide acuta insorta dopo chemioterapia per il trattamento del cancro dell’ovaio e per confrontarle con sottogruppi di pazienti affette da cancro dell’ovaio ma che non hanno sviluppato la leucemia secondaria e di pazienti con leucemia mieloide acuta primaria.
80.211.154.110