Uno studio retrospettivo di coorte britannico suggerisce che l’aggiunta di aripiprazolo o il passaggio a questo farmaco durante un trattamento antipsicotico non comporti un maggior rischio di ospedalizzazione per cause psichiatriche, di episodi di auto-lesionismo o di suicidio. E’ noto che la prescrizione del farmaco in questi casi può associarsi a un peggioramento dei sintomi psichiatrici, ma non era noto se ciò comportasse anche un aumento degli esiti più gravi (fino al suicidio).
Uno studio retrospettivo di coorte, svolto negli Stati Uniti sugli assistiti da Medicare tra gennaio 2011 e settembre 2015, rileva che l’associazione di un inibitore di pompa a un qualunque anticoagulante per bocca è in grado di ridurre il rischio di sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore associato a questi farmaci.
Secondo una metanalisi, il profilo di sicurezza del litio in gravidanza va valutato caso per caso. Analizzando 6 coorti madre-neonato provenienti da Canada, Danimarca, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia (22.124 gravidanze di donne con disturbo bipolare o depressione maggiore con parto tra il 2007 e il 2015, delle quali 727 con esposizione al farmaco) è emerso che l’assunzione durante la gestazione non si associa a un aumento di complicazioni della gravidanza o del parto.
Uno studio multicentrico retrospettivo effettuato dai ricercatori del Canadian Network for Observational Drug Effect Studies (CNODES) ha confrontato la sicurezza, nei primi 3 mesi di impiego, degli anticoagulanti diretti con quella del warfarin in corso di tromboembolia venosa.
Solo negli Stati Uniti sono riconducibili all’assunzione di supplementi nutrizionali 23.005 (limiti di confidenza al 95% da 18.611 a 27.398) accessi al Pronto Soccorso, una buona parte dei quale (2.154, limiti di confidenza al 95% da 1.342 a 2.967) hanno richiesto un ricovero ospedaliero.
Uno studio caso-controllo retrospettivo indica che la somministrazione a ultrasessantacinquenni di spasmolitici per il controllo del colon irritabile si associa più spesso a lesioni traumatiche che conducono al ricovero o all'accesso al Pronto soccorso.
E' noto che questi farmaci hanno diversi effetti avversi alcuni dei quali (problemi alla vista, vertigini, ipotensione ortostatica, sedazione, confusione) possono aumentare il rischio di cadute e di lesioni traumatiche in genere.
Uno studio statunitense segnala che la assunzione di glibenclamide in gravidanza comporta un aumento del rischio di eventi avversi neonatali. L’allarme proviene dall’analisi retrospettiva di una dozzina di anni su 110.879 donne con diabete mellito gestazionale di età compresa tra i 15 e i 45 anni, senza storia di altre forme di diabete, l’8,3% (n=9.173) delle quali era in trattamento con un antidiabetico.
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