Nel confronto tra anticoagulanti per bocca nei pazienti con fibrillazione atriale, quello che espone al maggior rischio di fratture sembra essere il warfarin.
La segnalazione proviene da uno studio di coorte cinese che ha arruolato 23.515 pazienti trattati con warfarin o un anticoagulante orale diretto (apixaban, dabigatran, o rivaroxaban) valutando l’incidenza di fratture vertebrali e dell’anca.
Nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare trattati con un anticoagulante per ridurre il rischio trombotico il warfarin sembra associarsi a un aumento del rischio di fratture rispetto agli anticoagulanti orali diretti.
Uno studio retrospettivo di coorte, svolto negli Stati Uniti sugli assistiti da Medicare tra gennaio 2011 e settembre 2015, rileva che l’associazione di un inibitore di pompa a un qualunque anticoagulante per bocca è in grado di ridurre il rischio di sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore associato a questi farmaci.
Uno studio multicentrico retrospettivo effettuato dai ricercatori del Canadian Network for Observational Drug Effect Studies (CNODES) ha confrontato la sicurezza, nei primi 3 mesi di impiego, degli anticoagulanti diretti con quella del warfarin in corso di tromboembolia venosa.
Che il profilo di sicurezza degli anticoagulanti sia un tema caldo lo dimostra la pubblicazione di un secondo articolo sul British Medical Journal (vedi altro articolo) i cui autori, per la maggior parte provenienti dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, dichiarano come obiettivo prioritario quello di delinearlo nel mondo reale.
Uno studio retrospettivo coordinato dalla Mayo Clinic ha confrontato il rischio di sanguinamento gastrointestinale associato agli anticoagulanti tradizionali con i nuovi (dabigatran e rivaroxaban, l'apixaban non è stato valutato per l'esiguità dei casi).
I pazienti in terapia con anticoagulante orale che si sottopongono a chirurgia bariatrica, ovvero chirurgia dell'obesità, sono a rischio aumentato di sanguinamento nei primi mesi dopo l’intervento. Lo segnalano i dati di uno studio retrospettivo statunitense effettuato in un centro chirurgico di Allentown (Pennsylvania) accreditato dall’American College of Surgeons Bariatric Surgery Center Network e con notevole esperienza nella specifica tecnica di interventi (oltre 400 procedure ogni anno).
I ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta, utilizzando i dati del progetto statunitense National Electronic Injury Surveillance System-Cooperative Adverse Drug Event Surveillance, hanno circoscritto a 4 classi di farmaci la responsabilità del 67% dei ricoveri d’urgen
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