L’assunzione di finasteride per il trattamento dell’alopecia in pazienti con meno di 45 anni sembra associarsi in modo statisticamente significativo a suicidalità, ansia e depressione.
Lo segnala uno studio caso-non caso svolto sui dati di VigiBase (il database dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le segnalazioni spontanee) che ha analizzato le segnalazioni relative a 3.282 utilizzatori di finasteride, stratificandoli in base all’indicazione (iperplasia prostatica benigna o alopecia) e all’età (≤45 anni e >45 anni).
I pazienti con ipertrofia prostatica benigna trattati con dutasteride e finasteride avrebbero un rischio più elevato di sviluppare un diabete di tipo 2.
Poiché uno studio recente ha rilevato che la dutasteride induce resistenza all’insulina, un gruppo di ricercatori britannici e taiwanesi ha condotto due studi di coorte per vedere se esista o meno un’associazione tra uso dei due inibitori della 5-alfa reduttasi e comparsa di diabete.
Rimangono poco chiari i meccanismi che sono alla base dell'influenza della finasteride, usata a fini estetici per la calvizie, sulla qualità dello sperma. Un endocrinologo dell'Università di Washington ha raccolto una discreta casistica, per un totale di 24 soggetti attorno ai 30 anni, per il resto sani, che avevano fatto uso di finasteride per la perdita dei capelli (<=1,00-1,25 mg/die) e avevano lamentato la comparsa di effetti avversi sessuali.
La FDA ha imposto la modifica della scheda tecnica di finasteride e dutasteride, facendo inserire tra le avvertenze il rischio aumentato per gli utilizzatori di avere una forma più grave di cancro della prostata.
Gli inibitori della 5 alfa reduttasi sono approvati per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna e il richiamo della FDA arriva dopo l’analisi di due ampi studi controllati e randomizzati, il Prostate Cancer Prevention Trial (PCPT) e il Reduction by Dutasteride of Prostate Cancer Events (REDUCE) Trial.
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