carbamazepina

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Farmaci anticonvulsivanti in gravidanza e rischio di disturbi psichiatrici nel nascituro

I risultati di uno studio di coorte consolidano le prove contro l’uso del valproato in gravidanza e sollevano preoccupazioni sul rischio di comparsa di disturbi psichiatrici nel nascituro in seguito a esposizione prenatale a topiramato e levetiracetam.
Lo studio, basato sulle popolazioni scandinave (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia), ha incluso 38.661 nati da madri con epilessia tra il 1996 e il 2017, 16.458 (42,6%) dei quali esposti a farmaci anticonvulsivanti durante la gestazione.
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I farmaci antiepilettici aumentano il rischio di Parkinson?

I risultati di uno studio caso-controllo, condotto sui dati della Biobanca del Regno Unito e di prescrizione collegati, suggeriscono la possibilità di un’associazione tra l’esposizione ai farmaci antiepilettici e la diagnosi di morbo di Parkinson.
Lo studio, che ha incluso 1.433 soggetti con una diagnosi di morbo di Parkinson e 8.598 controlli abbinati, ha riscontrato che la prescrizione di un farmaco antiepilettico si associava a un aumento significativo del rischio di Parkinson (odds ratio – OR 1,80, limiti di confidenza al 95% da 1,35 a 2,40).
Analizzando i
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Allattamento e farmaci antiepilettici

Le concentrazioni dei farmaci antiepilettici nel sangue dei neonati allattati al seno sono sostanzialmente inferiori a quelle rilevate nel sangue delle madri e non pongono quindi preoccupazioni.

Uno studio prospettico di coorte statunitense ha seguito fino ai 6 anni di età 222 bambini allattati da madri in trattamento con diversi farmaci antiepilettici (carbamazepina, levetiracetam, lamotrigina, topiramato, valproato e zonisamide). I campioni di sangue sono stati raccolti 5 e 20 settimane dopo la nascita e confrontati con quelli materni.

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Interazioni tra carbamazepina e contraccettivi

Uno studio statunitense segnala che l’assunzione di carbamazepina interferisce con la biodisponibilità dell’etonogestrel rilasciato dai dispositivi intrauterini fino ad annullarne l’effetto di soppressione dell’ovulazione. I ricercatori hanno arruolato 13 volontarie sane in età fertile che utilizzavano il dispositivo intrauterino da 15-35 mesi (media 23 mesi), ma hanno incluso nell’analisi dei dati solo 10 donne per problemi di aderenza al protocollo sperimentale.

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Morte in utero e farmaci antiepilettici

L’esposizione agli antiepilettici in gravidanza si associa a una maggiore incidenza di morte intrauterina se vengono usati più farmaci antiepilettici insieme. Questa conclusione deriva dall’analisi del registro internazionale EURAP, disegnato per determinare il rischio di malformazioni congenite gravi dopo esposizione prenatale ai farmaci antiepilettici.

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Antiepilettici in gravidanza e sviluppo evolutivo del bambino

L’esposizione prenatale agli antiepilettici comporterebbe il rischio di una compromissione della funzione motoria del neonato, già evidente al sesto mese di vita, specie se si tratta di un’esposizione a più farmaci. L’allattamento al seno da parte di una donna che assume questa classe di farmaci non sarebbe associata invece a effetti avversi.

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