Una revisione sistematica condotta dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta esclude che gli antibiotici sistemici diversi dalle rifamicine possano ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali.
L’assunzione di supplementi dietetici e di erboristeria da parte di pazienti candidati alla chirurgia può interferire con l’azione di alcuni farmaci utilizzati in occasione dell’intervento. Uno studio trasversale israeliano ha fotografato questo rischio attraverso 526 interviste a pazienti ricoverati in un ospedale universitario e in attesa di intervento (chirurgia bariatrica o dell’obesità 39% dei casi, ortopedica 20%).
Nei pazienti con infezione da HIV, la storia di un’allergia al trimetoprim rappresenta un rischio che la reazione si ripeta con l’impiego di darunavir. Lo dimostra uno studio retrospettivo di coorte con disegno caso-controllo su 405 pazienti con infezione da HIV che in qualsiasi momento del loro percorso avevano ricevuto una terapia antiretrovirale contenente darunivir e un trattamento con trimetoprim sulfametoxazolo. Il 17,5% (n=79= riferiva una storia di allergia a quest’ultimo farmaco.
Un’indagine statunitense coordinata dai National Institutes of Health di Bethesda ha utilizzato i dati 1999-2010 dello studio NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) per verificare quanto sia frequente tra i consumatori abituali di bevande alcoliche la prescrizione di farmaci a rischio di interazioni con l’alcol stesso. La coorte esaminata era composta da 26.657 adulti sopra i 20 anni di età (51% maschi, 76,7% degli uomini e 65,7% delle donne consumatori abituali di alcol), 7.183 dei quali sopra i 65 anni di età (46,6% consumatori abituali di alcol).
Una revisione sistematica brasiliana segnala che un po’ in tutto il mondo gli anziani ricorrono con troppa frequenza a preparati erboristici, senza segnalarlo e confrontarsi con il proprio medico. La ricerca nei principali archivi della letteratura scientifica ha permesso di individuare 16 studi che hanno preso in considerazione questo problema, 12 dei quali (il 75%) si riferivano al contesto del Nord America. I prodotti di erboristeria più citati erano gingko biloba, aglio, ginseng, aloe vera, camomilla, menta verde e zenzero.
Negli ultimi 5 anni la FDA ha individuato oltre 330 preparati spacciati per supplementi nutrizionali, la cui composizione comprendeva invece farmaci, alcuni dei quali di difficile gestione. L’intensa azione di ritiro dal mercato ha avuto effetti limitati perché molti sono ancora disponibili in rete e, almeno negli Stati Uniti, sugli scaffali di negozi specializzati. Una quota significativa di questi prodotti è pubblicizzata (e richiesta dai clienti) come “naturale” e nello stesso tempo in grado di migliorare le prestazioni sessuali.
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