Il trattamento con testosterone aumenta il rischio a breve termine di tromboembolia venosa negli uomini indipendentemente dal fatto che siano stati trattati per ipogonadismo.
La notizia proviene da uno studio case-crossover statunitense, che ha analizzato i dati di 39.622 uomini tra i 18 e i 99 anni, 3.110 dei quali con ipogonadismo.
Una revisione sistematica ha esaminato gli effetti cardiovascolari della terapia ormonale adiuvante in donne con una storia di tumore della mammella non metastatico.
Sono stati identificati 26 studi (15 randomizzati e controllati, 11 osservazionali) nei quali erano riportati uno o più di 7 esiti cardiovascolari in donne trattate con tamoxifene o con inibitori dell’aromatasi: tromboembolismo (15 studi), infarto del miocardio (14 studi), ictus (12 studi), angina (4 studi), scompenso cardiaco (4 studi), aritmia (1 studio), vasculopatia periferica (1 studio).
Uno studio prospettico coordinato dalla Johns Hopkins University di Baltimora suggerisce che la trasfusione di emazie predisponga a fenomeni trombotici.
Sono stati utilizzati i dati dell’archivio elettronico ACS-NSQIP (American College of Surgery National Surgical Quality Improvement Program) relativi a 750.937 pazienti chirurgici operati in 525 ospedali nordamericani. Il 6,3% aveva ricevuto nel periodo perioperatorio (da 72 ore prima a 72 ore dopo l’intervento) almeno una trasfusione di emazie.
Uno studio retrospettivo di coorte coordinato dai ricercatori del Jewish General Hospital di Montreal ha individuato un aumento del rischio tromboembolico nei pazienti con cancro della prostata sottoposti a blocco androgenico.
Uno studio di popolazione danese segnala un’associazione tra l’uso di glicocorticoidi per via sistemica e un aumento del rischio tromboembolico.
Dopo le numerose segnalazioni di un aumento del rischio di fenomeni tromboembolici con i contraccettivi orali contenenti progestinici di terza generazione (gestodene o desogestrel) e di quarta generazione (drospirenone), alcune delle quali riprese anche da Farmacovigilanza, la decisione dell’agenzia regolatoria francese di sospendere i contraccettivi contenenti ciproterone acetato ha ulteriormente richiamato l’attenzione della comunità scientifica su una questione che coinvolge autorità sanitarie, aziende produttrici, società scientifiche, singoli professionisti, media, ma
Una metanalisi frutto della collaborazione dei ricercatori della Università di Chieti e dell’Università La Sapienza di Roma conferma che l’uso dei contraccettivi orali aumento il rischio di tromboembolia venosa, e che la forza di questa associazione varia secondo la generazione dei contraccettivi orali (minore per quelli di seconda generazione, maggiore per quelli di terza generazione).
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