polmonite

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Sicurezza della teriflunomide a lungo termine nei pazienti con sclerosi multipla

Uno ampio studio di sicurezza post-autorizzazione (PASS) ha rilevato che la teriflunomide, una terapia immunomodulante autorizzata per la sclerosi multipla recidivante, è sicura per l’uso a lungo termine.
Lo studio, che ha visto coinvolti 81.620 pazienti, provenienti da Danimarca, Francia e Belgio, 22.324 (27%) dei quali trattati con teriflunomide, ha indagato i rischi dell’uso a lungo termine confrontando l’incidenza di eventi avversi di speciale interesse (AESI) nei pazienti esposti al farmaco rispetto a quelli sottoposti ad altre terapie modificanti la malattia.
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Polmonite da inibitori del checkpoint immunitario

La terapia combinata a base di inibitori del checkpoint immunitario e chemioterapia sembra associarsi significativamente a tossicità polmonare rispetto alla somministrazione dei soli inibitori del checkpoint.
Lo suggerisce un’analisi di disproporzionalità condotta sulle segnalazioni raccolte da VigiBase tra il 1967 e il 2020 e dal FAERS tra il 2015 e il 2020.
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L’uso di gabapentin nel dolore perioperatorio dell’anziano è sicuro?

Nei pazienti anziani sottoposti a intervento chirurgico l’uso perioperatorio di gabapentin si associa a un aumento del rischio di delirium, al ricorso ad antipsicotici e a una maggior frequenza di polmonite rispetto ai non trattati.
Lo rileva uno studio retrospettivo di coorte condotto negli Stati Uniti su 237.872 ultrasessantacinquenni sottoposti a intervento chirurgico, che ha esaminato l’associazione tra l’uso perioperatorio di gabapentin e l’insorgenza di reazioni avverse.
Coloro che avevano ricevuto gabapentin avevano un rischio maggiore rispetto ai non t
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Cautela anche per brevi periodi con i corticosteroidi nei bambini

L’assunzione orale di corticosteroidi anche quando la terapia è di breve durata (massimo 14 giorni) aumenta il rischio di sanguinamento gastrointestinale, sepsi e polmonite.

Lo sottolinea uno studio di coorte taiwanese che ha analizzato i dati di 4.542.623 bambini (età <18 anni), nel 23% dei casi trattati con un ciclo breve di steroidi soprattutto per infezioni acute delle vie respiratorie e allergie.

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Il profilo di sicurezza degli inibitori dei checkpoint immunitari

Gli eventi avversi più comuni durante il trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari sono immunomediati e includono disturbi generali, gastrointestinali e respiratori.

Questi farmaci sembrano anche aumentare il rischio di cardiopatia ischemica e insufficienza cardiaca, eventi avversi meno noti che richiedono di essere approfonditi da ulteriori studi.

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Inibitori di pompa protonica nella disfagia pediatrica

Uno studio retrospettivo di coorte effettuato presso il Boston Children’s Hospital ha verificato il profilo di sicurezza degli inibitori di pompa protonica impiegati in età pediatrica nei soggetti che hanno una disfagia. Sono stati seguiti per un periodo di osservazione medio di 18,2 mesi 293 bambini sotto i 2 anni di età (età media 8,8 mesi) con disfagia e aspirazione documentate da una fluoroscopia dinamica della deglutizione.

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Profilo di sicurezza degli inibitori dei check point immunitari

Un approfondimento su JAMA fa il punto sul profilo di sicurezza degli inibitori dei check point immunitari, una delle più innovative e promettenti classe di chemioterapici che comprende anticorpi monoclonali (come ipilimumab, nivolumab, pembrolizumab, atezolizumab, avelumab, durvalumab) in grado di favorire l’attivazione e la funzione dei linfociti T e che trova indicazione in una quindicina di neoplasie.

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Il profilo di sicurezza degli inibitori PD-1

Una revisione sistematica coordinata dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center suggerisce che i farmaci antitumorali inibitori di PD-1 (la proteina della morte programmata -1) e di PDL-1 (il suo ligando) si associno a un aumento del rischio di reazioni autoimmuni organo-specifiche.

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Rischiose le alte dosi di steroidi nel trauma spinale

Uno studio condotto presso l’università di Tokyo segnala che l’impiego di alte dosi di steroidi in pazienti con trauma spinale acuto aumenta il rischio di effetti avversi. Queste conclusioni sono frutto dell’analisi retrospettiva dell’archivio elettronico Japanese Diagnosis Procedure Combination database, cui aderiscono tutti gli ospedali universitari giapponesi e, su base volontaria, gli altri ospedali, e che contiene i dati sanitari raccolti nel secondo semestre di ogni anno.

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