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Colecistite e colangite da lenvatinib

La terapia con lenvatinib, un inibitore della tirosin chinasi approvato per il trattamento di alcune forme tumorali, aumenta il rischio di colecistite e colangite.
Lo rileva un’analisi di disproporzionalità condotta sul database di segnalazione spontanea della FDA (FAERS), dalla quale sono emersi tassi di segnalazione significativi per colecistite (ROR rispetto all’insieme degli altri farmaci presenti nel database 20,24, limiti di confidenza al 95% da 17,29 a 23,70) e colangite (ROR 13,60, limiti di confidenza al 95% da 10,39 a 17,82) legati all’utilizzo del fa
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Le vie biliari soffrono le incretine

Un’indagine effettuata incrociando l’archivio britannico della medicina di base (United Kingdom Clinical Practice Research Datalink, 8% degli assistiti nel Regno Unito) e i dati di ricovero ospedaliero (Hospital Episodes Statistics) ha verificato l’associazione tra uso di inibitori del peptide-1 glucagone-simile (GLP-1), le incretine, o di inibitori della dipeptidil peptidasi 4 (DPP-4), le gliptine, la cui azione porta a un aumento dei livelli circolanti delle incretine stesse, con l’incidenza di patologie della colecisti e delle vie biliari.
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