L’assunzione continuativa di betabloccanti in occasione di interventi di chirurgia non cardiaca aumenta la morbilità e la mortalità. A questa conclusione è giunta un’indagine danese su 55.320 pazienti ipertesi a basso rischio in terapia con un regime a due farmaci. Per 14.644 di loro la combinazione comprendeva un betabloccante.
Utilizzando i dati del Nurses’ Health Study relativi a 77.728 donne (28.488 con ipertensione) un gruppo di ricercatori statunitensi ha cercato di chiarire la relazione fra la psoriasi, l'ipertensione e i farmaci per trattarla.
Da uno studio di popolazione canadese emerge che un rischio consistente di fratture accidentali del femore a seguito di cadute si manifesta a breve termine dall'inizio di un trattamento antipertensivo, qualunque sia il farmaco prescritto.
Una revisione condotta presso l’Università di Cardiff analizza il ruolo delle soluzioni oftalmiche nello scatenare e sostenere una dermatite da contatto su base allergica (reazione ritardata di tipo IV) della zona periorbitale e delle palpebre. La ricerca in letteratura ha coperto il periodo 1968-2010 e ha identificato oltre 70 allergeni, appartenenti praticamente a tutte le classi di farmaci contenuti nelle soluzioni oftalmiche: betabloccanti, midriatici, antibatterici, antivirali, antistaminici, anestetici, e anche proteolitici e conservanti.
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