Le concentrazioni dei farmaci antiepilettici nel sangue dei neonati allattati al seno sono sostanzialmente inferiori a quelle rilevate nel sangue delle madri e non pongono quindi preoccupazioni.
Uno studio prospettico di coorte statunitense ha seguito fino ai 6 anni di età 222 bambini allattati da madri in trattamento con diversi farmaci antiepilettici (carbamazepina, levetiracetam, lamotrigina, topiramato, valproato e zonisamide). I campioni di sangue sono stati raccolti 5 e 20 settimane dopo la nascita e confrontati con quelli materni.
L’esposizione agli antiepilettici in gravidanza si associa a una maggiore incidenza di morte intrauterina se vengono usati più farmaci antiepilettici insieme. Questa conclusione deriva dall’analisi del registro internazionale EURAP, disegnato per determinare il rischio di malformazioni congenite gravi dopo esposizione prenatale ai farmaci antiepilettici.
I neurologi dell’Università delle Asturie hanno aggiornato la loro precedente revisione, pubblicata nel 1999, sulla meningite asettica indotta da farmaci, una condizione soggetta a sottosegnalazione, ma sulla quale negli ultimi anni sono stati raccolti elementi nuovi.
L’esposizione prenatale agli antiepilettici comporterebbe il rischio di una compromissione della funzione motoria del neonato, già evidente al sesto mese di vita, specie se si tratta di un’esposizione a più farmaci. L’allattamento al seno da parte di una donna che assume questa classe di farmaci non sarebbe associata invece a effetti avversi.
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