L’esposizione prolungata e ad alte dosi di anestetici in bambini sopravvissuti a una leucemia linfoblastica acuta si associa a ritardi di tipo neurocognitivo e ad anomalie strutturali cerebrali.
La notizia proviene da uno studio di coorte statunitense che ha seguito, per una media di 7,7 anni dopo la diagnosi, 212 pazienti con un’età media alla diagnosi di 14 anni.
I ricercatori hanno valutato gli esiti neurocognitivi (attenzione, velocità di elaborazione, funzioni esecutive, intelligenza) e le risonanze magnetiche dei pazienti (volume cerebrale, spessore corticale).
Secondo uno studio retrospettivo statunitense, l’esposizione ad anestetici locali somministrati a livello orofaringeo per esami diagnostici a carico delle alte vie aeree e del tratto gastrointestinale superiore comporta un rischio piccolo ma significativo di metemoglobinemia. I ricercatori sono giunti a queste conclusioni esaminando i dati relativi a 94.694 procedure effettuate nel corso di oltre 10 anni di attività di diagnostica invasiva del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston. Nonostante il lungo periodo indagato, la frequenza della metemoglobinemia era bassa (n=33).
Una revisione condotta presso l’Università di Cardiff analizza il ruolo delle soluzioni oftalmiche nello scatenare e sostenere una dermatite da contatto su base allergica (reazione ritardata di tipo IV) della zona periorbitale e delle palpebre. La ricerca in letteratura ha coperto il periodo 1968-2010 e ha identificato oltre 70 allergeni, appartenenti praticamente a tutte le classi di farmaci contenuti nelle soluzioni oftalmiche: betabloccanti, midriatici, antibatterici, antivirali, antistaminici, anestetici, e anche proteolitici e conservanti.
80.211.154.110