L’uso di contraccettivi orali potrebbe associarsi a un aumento dei sintomi depressivi nelle adolescenti, secondo uno studio di coorte prospettico internazionale che ha arruolato e seguito nel tempo ragazze tra i 16 e i 25 anni dal 2005 al 2016.
Sono stati analizzati i dati di 1.010 ragazze, con l’obiettivo di valutare le conseguenze dell’uso di contraccettivi orali a 16, 19, 22 e 25 anni.
Una revisione sistematica condotta dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta esclude che gli antibiotici sistemici diversi dalle rifamicine possano ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali.
Un’analisi della coorte del Nurses` Health Study ha indagato l’associazione tra impiego di contraccettivi orali e rischio di morte. I risultati si riferiscono a 121.701 donne seguite per 36 anni (3,6 milioni di anni-persona), con verifica biennale dell’uso di contraccettivi orali nel periodo 1976-1982 (si trattava quindi delle formulazioni di prima e seconda generazione con dosi di ormoni relativamente più alte, soprattutto per quanto riguarda la componente progestinica). Circa la metà delle donne aveva fatto uso della pillola contraccettiva.
Dopo le numerose segnalazioni di un aumento del rischio di fenomeni tromboembolici con i contraccettivi orali contenenti progestinici di terza generazione (gestodene o desogestrel) e di quarta generazione (drospirenone), alcune delle quali riprese anche da Farmacovigilanza, la decisione dell’agenzia regolatoria francese di sospendere i contraccettivi contenenti ciproterone acetato ha ulteriormente richiamato l’attenzione della comunità scientifica su una questione che coinvolge autorità sanitarie, aziende produttrici, società scientifiche, singoli professionisti, media, ma
Un ampio studio britannico caso-controllo esclude che l’uso dei nuovi contraccettivi orali contenenti come progestinico il drospirenone si associ a un aumento del rischio di colelitiasi. I ricercatori hanno selezionato nel registro nazionale dei medici di medicina generale (UK General Practice Research Database) le donne di 14-60 anni nel periodo 2001-2008 che avevano ricevuto almeno una prescrizione di contraccettivi per bocca contenenti come progestinico drospirenone o levonorgestrel (n= 400.111).
Una metanalisi frutto della collaborazione dei ricercatori della Università di Chieti e dell’Università La Sapienza di Roma conferma che l’uso dei contraccettivi orali aumento il rischio di tromboembolia venosa, e che la forza di questa associazione varia secondo la generazione dei contraccettivi orali (minore per quelli di seconda generazione, maggiore per quelli di terza generazione).
Uno studio danese di coorte ha valutato il rischio di fenomeni trombomboembolici associato ai contraccettivi orali in funzione della dose di estrogeno e del tipo di progestinico contenuti.
Una recente revisione Cochrane ha indagato se i contraccettivi ormonali siano responsabili di rilevanti cambiamenti del peso corporeo.
80.211.154.110