Utilizzando i dati del Nurses’ Health Study relativi a 77.728 donne (28.488 con ipertensione) un gruppo di ricercatori statunitensi ha cercato di chiarire la relazione fra la psoriasi, l'ipertensione e i farmaci per trattarla.
Uno studio statunitense condotto su un ampio campione rappresentativo della popolazione generale anziana ha quantificato il rischio di cadute e delle loro dirette conseguenze (fratture e trauma cranici) in corso di trattamento con farmaci antipertensivi.
L’analisi ha compreso 4.961 ultrasettantenni (età media 80,2 anni) ipertesi con comorbilità che vivevano in comunità e partecipanti alla Medicare Current Beneficiary Survey.
Una revisione statunitense a cui hanno lavorato i ricercatori della Stanford University School of Medicine e dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta ha verificato le segnalazioni ricorrenti sull’associazione tra l’uso di alcune delle più comuni classi di medicinali e l’insorgenza di diverse forme di cancro. Tra questi erano compresi ipoglicemizzanti orali, insulina, statine, antipertensivi, diuretici, antagonisti dei recettori dell'angiotensina II, TNF, bifosfonati.
Da uno studio di popolazione canadese emerge che un rischio consistente di fratture accidentali del femore a seguito di cadute si manifesta a breve termine dall'inizio di un trattamento antipertensivo, qualunque sia il farmaco prescritto.
Una metanalisi coordinata dai ricercatori della Columbia University ha indagato la frequenza di angioedema nei pazienti in trattamento con antipertensivi che agiscono sul sistema renina-angiotensina.
Uno studio caso-controllo di popolazione effettuato dai ricercatori dell’Università di Auckland ha dimostrato che esiste una associazione fra assunzione di farmaci e cadute accidentali.
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