L’assunzione prolungata di inibitori di pompa protonica sarebbe associata a un eccesso, pur piccolo, di mortalità conseguente a patologie cardiovascolari, insufficienza renale cronica e tumori di esofago e stomaco.
La notizia viene da uno studio longitudinale di coorte statunitense, che fa seguito alle segnalazioni presenti in letteratura sugli eventi avversi collegati agli inibitori di pompa protonica.
I ricercatori hanno analizzato 214.467 anziani trattati ex novo con un farmaco antiulcera: 157.625 con un inibitore di pompa protonica e 56.842 con un anti H2.
Uno studio di coorte statunitense segnala un eccesso di mortalità globale associato all’impiego di inibitori della pompa protonica. Per giungere a segnalare questo evento avverso, senza peraltro essere in grado di fornirne una spiegazione dato il disegno dello studio, sono stati utilizzati i dati amministrativi dello US Department of Veterans Affairs, il dicastero che si occupa degli ex-combattenti delle forze armate, e sono stati seguiti più di 6 milioni di soggetti per un periodo mediano di quasi 6 anni a partire dal 2013.
Uno studio canadese sembra escludere un nesso causale tra assunzione di inibitori della pompa protonica e insorgenza di polmonite di comunità.
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