Vista l'ipotesi, avanzata in alcuni studi, di un possibile aumento del rischio di appendicite acuta dopo vaccinazione a mRNA contro COVID-19, è stato condotto in Danimarca uno studio di coorte che ha riguardato 4.048.883 soggetti: la frequenza dei casi di appendicite acuta dopo la prima dose di vaccino a mRNA anti COVID-19 (8,6 casi su 100.000) e dopo la seconda dose (8,6 per 100.000) era analoga a quella dei soggetti non vaccinati

La vaccinazione anti COVID-19 dei soggetti in sovrappeso od obesi è altamente efficace nel ridurre il rischio di ricovero ospedaliero per la malattia e di morte a seguito di una forma grave. E' la conclusione di uno studio di popolazione britannico su 9.171.524 soggetti: nei vaccinati obesi era significativamente inferiore rispetto ai non vaccinati il rischio di ospedalizzazione (odds ratio: 0,32) e di morte (0,26). Altrettanto accadeva per i soggetti sovrappeso (odds ratio per l'ospedalizzazione: 0,32, odds ratio per la morte: 0,30)

In uno studio osservazionale longitudinale italiano condotto su 2.560 operatori sanitari, la vaccinazione a mRNA anti COVID-19 si associava a una minore frequenza di persistenza dei disturbi nel tempo. In particolare la prevalenza della Long COVID era del 41,8% nei non vaccinati, del 30% nei vaccinati con una dose, del 17,4% nei vaccinati con due dosi e del 16,0% nei vaccinati con tre dosi

In uno studio statunitense su operatori sanitari vaccinati con vaccini a mRNA è stata studiata la risposta anticorpale nel dettaglio. E' così emerso che a parità di stimolo nella produzione degli anticorpi neutralizzanti, il vaccino di Moderna si associa, rispetto a quello Pfizer-Biontech, a una maggiore produzione di IgA dirette contro il recettore del dominio di legame (RBD) e il dominio N-terminale, e a un più spiccato aumento della fagocitosi da parte dei neutrofili e dell’attivazione delle cellule T natural killer.