vaccino anti COVID-19

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Anche il vaccino anti COVID-19 russo si associa a un rischio aumentato di trombosi?

Fino a quest'estate non c'erano segnalazioni di trombosi trombocitopenica indotta da vaccino Sputnik V, cosa strana visto che si tratta di un vaccino con vettore adenovirale simile a quelli di AstraZeneca e di Johnson&Johnson. Ora viene descritto il primo caso, peraltro letale, e si mette in guardia sul fatto che la mancanza di segnalazioni non significa che non ci sia questa rara ma grave reazione avversa anche con il vaccino russo

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Il vaccino anti COVID-19 bivalente stimola più difese del monovalente

Pubblicati in letteratura i primi dati sul vaccino bivalente approvato dall'AIFA per la campagna vaccinale italiana. Il vaccino mRNA-1273.214 bivalente (contro la forma ancestrale del virus e contro la variante Omicron BA.1) di Moderna, confrontato come seconda dose booster al vaccino mRNA-1273 monovalente, stimola una maggiore risposta anticorpale verso tutte le varianti Omicron e anche contro le Alfa, Beta, Gamma e Delta

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L'obbligo vaccinale contro COVID-19 ha dato i suoi risultati

L'obbligo vaccinale anti COVID-19 ha portato i suoi frutti sia sul numero delle vaccinazioni praticate sia sulla riduzione dei ricoveri ospedalieri e delle morti rispetto al previsto. I dati di Francia e Germania dimostrano che l'obbligo di greenpass è stata una scelta azzeccata di politica sanitaria, adottata anche in Italia. I dati epidemiologici dimostrano inoltre che i Paesi che non hanno imposto un obbligo hanno raggiunto tassi di vaccinazione della popolazione molto inferiori

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Miocardite/pericardite da vaccini a mRNA anti COVID-19: lo stato dell'arte

La più ampia e completa revisione sistematica condotta sull'associazione tra vaccini a mRNA anti COVID-19 e miocardite/pericardite offre moltissime informazioni e dati sull'argomento e si conclude con tre messaggi chiave pratici:
1. il rischio è maggiore negli adolescenti e nei giovani adulti maschi (12-19 anni d'età) e i soggetti a rischio potrebbero ridurlo usando il vaccino Pfizer invece del Moderna
2. occorre fare una comunicazione chiara dei rischi e dei benefici della vaccinazione nei giovani maschi

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La disinformazione vaccinale non risparmia i media tradizionali

Secondo uno studio britannico condotto su oltre un milione e mezzo di articoli pubblicati in un anno sui media tradizionali, nel 3,2% dei casi c'erano informazioni false sui vaccini anti COVID-19, centrate soprattutto sulla sicurezza vaccinale (56,2% dei casi), sullo sviluppo, produzione e distribuzione dei vaccini (26,6%) e sul tema delle teorie cospirative (15,1%)

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Troppi vaccini anti COVID-19 buttati via

Uno studio internazionale mette in guardia dalle dosi di vaccino anti COVID-19 buttate via. Non sono purtroppo disponibili dati ufficiali paese per paese ma sono emerse alcune segnalazioni preoccupanti, per esempio fino a 2 milioni di dosi buttate a seguito dell'esitazione vaccinale a Hong Kong, 450.000 dosi arrivate dopo la scadenza in Africa, fino a 7 milioni di dosi scadute o non utilizzate in Australia.

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L'esitazione vaccinale varia in base all'educazione sanitaria

Gli italiani che non hanno voluto vaccinarsi contro COVID-19 sono stati tra i più tenaci rispetto ai cittadini di altri paesi europei. Il dato emerge da uno studio internazionale che ha esaminato i livelli di esitazione vaccinale in otto paesi europei, rilevando una notevole variabilità di comportamenti e una diversa sensibilità a seconda del livello di educazione sanitaria (dal 61,8% di esitanti della Bulgaria al 6,4% della Spagna).

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Gioca anche la corruzione nella disponibilità nel mondo di vaccini anti COVID-19

Ricercatori svedesi hanno valutato se ci sia una relazione tra la percentuale di popolazione vaccinata e il tasso di corruzione nei vari Paesi. Incrociando i dati di vaccinazione con l'indice di percezione della corruzione (CPI) emerge che nei Paesi con indice inferiore a 50 (quanto più alto è il CPI tanto minore è il livello di corruzione nel Paese, l'Italia ha un CPI di 56 su 100) la percentuale di vaccinati era decisamente bassa: solo il 29% dei Paesi con un CPI inferiore a 50 aveva almeno la metà della popolazione vaccinata

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Reazioni locali estese da vaccino anti COVID-19: contano sesso ed età

Uno studio trasversale giapponese su 5.893 soggetti vaccinati ha valutato la frequenza di reazioni cutanee ritardate estese dopo la prima dose di vaccino mRNA-1273, segnalando che sono più frequenti nelle donne (22,4%) rispetto agli uomini (5,1%) e nei soggetti tra i 30 e i 59 anni d'età (14-15%) rispetto ai più giovani (9%). Questa associazione con sesso ed età farebbe ipotizzare una reazione cutanea allergica di IV tipo

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Vaccino anti COVID-19 per via nasale?

E' in sperimentazione nell'animale la somministrazione di un vaccino anti COVID-19 per via nasale. Visto che i vaccini attuali somministrati per via intramuscolare sembrano proteggere poco dall'infezione ed essere invece molto efficaci sulla gravità della malattia, si è pensato che ciò possa essere dovuto alla produzione degli anticorpi che è alta nelle vie respiratorie ma non a livello della porta di ingresso del virus.

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