Una revisione sistematica britannica rimette in discussione il profilo di sicurezza del paracetamolo specie se usato alle dosi massime previste per l’analgesia nell’adulto. Dagli 8 studi di coorte pubblicati fino a maggio 2013 che avevano confrontato il farmaco somministrato alla dose standard per ottenere l’analgesia rispetto al non trattamento emerge un aumento del rischio di eventi avversi, in alcuni casi con andamento dose-dipendente.
Una metanalisi statunitense mostra che l’associazione prolungata (oltre 6 mesi) di due farmaci antiaggreganti (uno dei quali l’acido acetilsalicilico, l’altro un inibitore del recettore P2Y12, tipicamente una tienopiridina) non modifica il rischio di morte.
Un’analisi della coorte del Nurses` Health Study ha indagato l’associazione tra impiego di contraccettivi orali e rischio di morte. I risultati si riferiscono a 121.701 donne seguite per 36 anni (3,6 milioni di anni-persona), con verifica biennale dell’uso di contraccettivi orali nel periodo 1976-1982 (si trattava quindi delle formulazioni di prima e seconda generazione con dosi di ormoni relativamente più alte, soprattutto per quanto riguarda la componente progestinica). Circa la metà delle donne aveva fatto uso della pillola contraccettiva.
Uno studio di coorte su scala nazionale condotto nel periodo 2005-2011 in Danimarca si è concentrato su stronzio ranelato per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale e aumento rischio cardiovascolare sul quale sono usciti molti articoli negli ultimi tempi.
Un’indagine su un ampio campione di quasi 200mila statunitensi diabetici (185.360 uomini, 7.812 donne) rappresentativi della popolazione generale ha confrontato il rischio di mortalità di diversi ipoglicemizzanti orali.
Una revisione condotta da un gruppo di lavoro internazionale e coordinata da Médecins Sans Frontières di Ginevra ha analizzato gli effetti avversi associate all’uso di nevirapina ed efavirenz per la terapia di prima linea dell’infezione da HIV. La ricerca sistematica della letteratura scientifica ha individuato 8 studi randomizzati e controllati, 26 studi prospettici di coorte (condotti per metà circa in Paesi a basso reddito) che avevano coinvolto complessivamente 26. 446 adulti e 3.975 bambini con infezione da HIV all’inizio del trattamento con antiretrovirali.
Partendo dalle segnalazioni di tassi di sopravvivenza variabili nei pazienti cardiopatici in trattamento con farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina, una ricerca statunitense ha indagato la relazione tra mortalità ed elevata attivazione del sistema renina-angiotensina per effetto della terapia in atto.
In particolare, i pazienti con iperreninemia (misurata come livelli di attività reninica plasmatica, valori di normalità 0,65-4,5 ng/ml/h) avevano una mortalità più precoce rispetto a quelli con livelli più bassi.
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