L’assunzione di liraglutide aumenta il rischio di patologie delle vie biliari e della colecisti rispetto al placebo.
La notizia proviene da un’analisi post hoc dello studio LEADER (Liraglutide Effect and Action in Diabetes: Evaluation of Cardiovascular Outcome Results), ampio studio internazionale che ha arruolato 9.340 pazienti con diabete di tipo 2, ad alto rischio cardiovascolare, seguendoli per un periodo tra i 3,5 e i 5 anni.
Gli analoghi del GLP-1 (glucagon-like peptide-1) a differenza di altri antidiabetici non avrebbero un effetto negativo sul cuore, tendendo anzi a proteggerlo. Lo suggerisce una revisione sistematica, coordinata dai diabetologi dell’Università di Oxford, cui ha partecipato per l’Italia il Centro studi dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) di Firenze, peraltro finanziata – è doveroso segnalarlo per i conflitti d’interesse – da un’azienda produttrice.
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