L’assunzione a lungo termine di antidepressivi aumenta il rischio di insorgenza di diabete di tipo 2, aumento direttamente correlato alla durata dell’esposizione e alla dose somministrata.
Uno studio di coorte retrospettivo realizzato in Giappone ha confrontato pazienti al loro primo utilizzo di un antidepressivo (45.265) con pazienti che non ne avevano fatto uso (45.265).
L’uso degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) può associarsi all’insorgenza o a peggioramento di un’ipertensione.
La conferma di un dato già noto ma precedentemente controverso proviene da un’analisi di due database di farmacovigilanza, quello dell’OMS (VigiBase®) e quello francese.
L’assunzione di inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina, ma non di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, è associata a un maggior numero di eventi avversi rispetto al placebo nei pazienti con più di 65 anni di età trattati nella fase acuta di un disturbo depressivo maggiore.
Il dato proviene da una revisione sistematica e metanalisi che ha incluso 19 studi controllati randomizzati e due studi osservazionali.
Secondo una metanalisi, l’impiego di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o di inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) in età pediatrica si associa a un rischio significativo di eventi avversi anche gravi, a fronte di un beneficio clinico generalmente limitato.
L’uso di farmaci psichiatrici si associa a un aumento del rischio di fratture da osteoporosi. Lo suggerisce lo studio Manitoba Bone Density Program effettuato su un ampio gruppo di soggetti sopra i 40 anni della provincia canadese del Manitoba con l’ausilio del FRAX (Fracture Risk Assessment Tool).
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