Progestinici e rischio di trombosi
L’uso dei contraccettivi a base di solo progestinico sembra non associarsi a un aumento del rischio di trombosi, tranne che per le formulazioni per via iniettiva. In sintesi è questa la conclusione di una revisione sistematica condotta da ricercatori di Boston e pubblicata sul British Medical Journal.1
E’ opinione comune che la contraccezione con il solo progestinico si associ a un rischio ridotto di trombosi per cui viene raccomandata a donne ad alto rischio di questo evento, come accade nel periodo post parto, nelle donne con trombofilia o in quelle con una storia di tromboembolia venosa.
I ricercatori hanno individuato 2.022 possibili articoli dalla letteratura, selezionandone alla fine otto che soddisfacevano tutti i criteri stabiliti a priori per l’inclusione nella revisione. Si tratta di otto studi osservazionali nei quali in totale 147 donne hanno avuto una diagnosi di trombosi venosa durante l’uso di un contraccettivo solo progestinico.
Completata la revisione sistematica è stata condotta una metanalisi: le donne trattate con i contraccettivi solo progestinici avevano un rischio relativo di trombosi di 1,03 (limiti di confidenza al 95% da 0,76 a 1,39) rispetto alle donne che non facevano uso del contraccettivo solo progestinico. L’analisi per sottogruppi rispetto alla via di somministrazione del farmaco confermava che non c’era un’associazione fra trombosi e uso del contraccettivo solo progestinico per bocca (rischio relativo: 0,90, limiti di confidenza al 95% da 0,57 a 1,45) o con dispositivo intrauterino medicato (rischio relativo: 0,61, limiti di confidenza al 95% da 0,24 a 1,53).
Si osservava invece un’associazione positiva fra uso della via iniettiva e trombosi (rischio relativo: 2,67 sempre rispetto alle non utilizzatrici, limiti di confidenza al 95% da 1,29 a 5,53).
Dal punto di vista pratico questa revisione conferma quanto già indicato dalle linee guida sull’uso dei contraccettivi nelle donne a rischio di trombosi, ma pone in guardia dalla via iniettiva per la quale occorrono ulteriori studi e dati a conforto perché il maggiore rischio emerso in questa metanalisi potrebbe essere dovuto semplicemente a un bias di selezione delle pazienti arruolate.
- Brit Med J 2012;345:e4944. CDI #fff#