Un effetto paradosso della chemioterapia
Tra gli effetti avversi di alcuni chemioterapici si può ora aggiungere un’azione paradossa, favorente sulla crescita tumorale, con aumento della resistenza al trattamento. La segnalazione giunge da un lavoro pubblicato su Nature Medicine condotto da ricercatori statunitensi nell’ipotesi che i danni indotti dalla chemioterapia ai tessuti sani circostanti al tumore possano in qualche modo favorire la crescita del tumore stesso.1
Per valutare le risposte ai danni indotti da trattamento nelle cellule benigne presenti nel microambiente tumorale sono stati esaminati i tessuti raccolti prima e dopo terapia in uomini con cancro della prostata arruolati in un trial clinico che combinava un trattamento con il farmaco genotossico mitoxantrone più docetaxel. Anzitutto è stata valutata la presenza di danni al DNA dei fibroblasti circostanti al tumore: dopo la chemioterapia si è osservata la comparsa di danni al DNA nei fibroblasti peritumorali, in precedenza non presenti. L’ipotesi è quindi che i farmaci abbiano indotto queste anomalie. Il fatto è che a seguito del danno al DNA si scatena una risposta infiammatoria nei fibroblasti normali che porta alla secrezione di diversi fattori, alcuni dei quali sostengono la crescita delle cellule tumorali residue, portando in tal modo a una resistenza al trattamento. In particolare si è osservato l’incremento della proteina Wnt16B, prodotta in eccesso dai fibroblasti con mutazioni al DNA e che viene captata dalle cellule tumorali circostanti nelle quali agisce come grilletto per attivare la cascata oncogena.
- Nature Medicine 2012;DOI:10.1038/nm.2890 CDI #fff#