Antistaminici: effetti avversi in pediatria
Gli antistaminici sono i farmaci più prescritti nei bambini dopo gli antibiotici e i farmaci respiratori e sono frequentemente utilizzati per alleviare i sintomi di riniti allergiche e orticarie.1
In una recente metanalisi solo quattro studi osservazionali hanno riportato l’incidenza di effetti indesiderati riconducibili agli antistaminici in età pediatrica, rendendo conto dell’1-20% degli effetti indesiderati da farmaci in questa fascia d’età.2
Gli antistaminici, in particolar modo quelli di prima generazione, hanno effetti centrali che causano sonnolenza, stanchezza, incremento dell’appetito, peggioramento delle funzioni cognitive. Inoltre possiedono anche attività antimuscarinica, antiadrenergica e antiserotoninergica e da queste possono derivare disturbi della visione, bocca secca, tachicardia e confusione.3
Gli antistaminici di seconda generazione hanno un profilo di sicurezza migliore e sono a oggi la scelta più sicura per le riniti allergiche e le orticarie.3
La sedazione è l’effetto indesiderato più comune degli antistaminici ed è stata utilizzata anche a scopo terapeutico (per esempio la niaprazina, ora ritirata) anche se senza solide prove di efficacia. E’ stato dimostrato che la sedazione da antistaminici altera i ritmi circadiani e diminuisce la fase di sonno REM, non consentendo un sonno riposante.4 Inoltre i livelli di capacità di concentrazione, di apprendimento e di memoria sono significativamente inferiori nei bambini trattati con antistaminici di prima generazione, mentre questo non si verifica con quelli di seconda generazione.4 L’uso di antistaminici di prima generazione con finalità sedative non è raccomandato nei bambini.5 Alcuni antistaminici, in particolar modo ebastina e mizolastina, possono causare un significativo prolungamento del tratto QT all’elettrocardiogramma causando aritmie anche importanti. Recentemente sono stati riportati in letteratura due casi di prolungamento del tratto QT legati alla cetirizina, antistaminico di prima linea anche nei bambini, in un caso in un paziente con insufficienza renale e nell’altro a causa di un sovradosaggio.6 Considerando questo rischio va posta particolare attenzione nella somministrazione contemporanea di altri farmaci che causano il prolungamento del tratto QT, come per esempio, tra le classi di farmaci frequentemente prescritte ai bambini, i macrolidi.7 Un importante problema è il rischio di sovradosaggio degli antistaminici, soprattutto in età pediatrica. Storicamente la difenidramina è stata coinvolta in episodi di avvelenamento da sovradosaggio anche fatali (circa 75 casi di morti documentate dagli anni quaranta), soprattutto nei bambini.8 I casi di avvelenamento sono così comuni negli Stati Uniti che nel 2006 sono state stilate linee guida per casi di avvelenamento da difenidramina e dimenidrinato.9 Gli effetti più gravi da sovradosaggio sono importanti alterazioni della conduzione e del ritmo cardiaco e convulsioni a cui possono seguire (a dosaggi superiori) il coma e il decesso.4 La questione del sovradosaggio continua a essere attuale anche in Italia, basti pensare al caso dell’oxatomide ritirata qualche anno fa dall’AIFA nella sua formulazione pediatrica. La formulazione per adulti non va utilizzata nei bambini sotto l’anno di età: sono state segnalate reazioni avverse gravi in seguito all’utilizzo improprio o accidentale del farmaco in bambini piccoli, fortunatamente tutte risoltesi senza esiti fatali.10
L’uso degli antistaminici nei bambini deve essere condizionato a un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio e della tollerabilità al trattamento da parte del bambino.
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- http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/nii_final_cts_sette...
Daniele Piovani, Antonio Clavenna Unità di Farmacoepidemiologia, Laboratorio di Salute Materno-Infantile, Dipartimento di Salute Pubblica – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri