Azitromicina e morte cardiovascolare
Nei soggetti a rischio cardiovascolare elevato l’azitromicina non sarebbe l’antibiotico di scelta secondo un articolo pubblicato dal New England Journal of Medicine.1 E’ noto che alcuni antibiotici macrolidi possono avere un’attività proaritmica e che si associano a un aumento del rischio di morte improvvisa, ma finora l’azitromicina si pensava avesse una cardiotossicità minima, anche se alcune segnalazioni di aritmia suggerivano che potesse aumentare il rischio di morte cardiovascolare.
Uno studio di coorte condotto nel Tennessee ha permesso di confrontare i dati relativi a 347.795 prescrizioni di azitromicina rispetto a 1.391.180 controlli non trattati con antibiotici, 1.348.672 prescrizioni di amoxicillina, 264.626 prescrizioni di ciprofloxacina e 193.906 prescrizioni di levofloxacina.
Durante cinque giorni di terapia i pazienti trattati con azitromicina avevano un rischio aumentato di morte cardiovascolare (hazard ratio 2,88, limiti di confidenza al 95% da 1,79 a 4,63, p<0,001) e di morte da tutte le cause (hazard ratio 1,85, limiti di confidenza al 95% da 1,25 a 2,75, p=0,002) rispetto ai soggetti non in terapia antibiotica. Il dato si confermava anche rispetto ai pazienti trattati con amoxicillina (rischio di morte cardiovascolare hazard ratio 2,49, limiti di confidenza al 95% da 1,38 a 4,50, p=0,002; rischio di morte da tutte le cause hazard ratio 2,02, limiti di confidenza al 95% da 1,24 a 3,30, p=0,005) con un numero stimato di 47 morti cardiovascolari addizionali per milione di cicli di terapia. Numero stimato che saliva a 245 morti cardiovascolari addizionali per milione di cicli di terapia nei soggetti con il rischio cardiovascolare più elevato.
Pur essendo piccolo in termini assoluti, il rischio di morte aumenta con l’uso di azitromicina, specie nei soggetti cardiopatici o a rischio, nei quali andrebbe quindi evitato il ricorso a questo antibiotico.
- N Engl J Med 2012;366:1881-90. #rrr#