Il monitoraggio AIFA sui farmaci oncologici: i dati dell’ULSS 1 di Belluno
Il Registro dei farmaci oncologici dell’AIFA mostra i suoi pregi e i suoi difetti: c’è spazio per migliorare ancora
Il Registro AIFA sui nuovi farmaci oncologici
Il Registro dei farmaci oncologici sottoposti a monitoraggio intensivo da parte dell’AIFA, nato nel 2005 su modello cartaceo e reso disponibile online dall’aprile del 2006, a oggi comprende molte molecole (vedi tabella 1 a pagina seguente).
I nuovi farmaci oncologici hanno due caratteristiche principali per quanto riguarda la farmacovigilanza:
- hanno processi registrativi molto rapidi sia presso l’FDA sia presso l’EMA e vengono commercializzati nei diversi paesi con un profilo ancora non ben definito in termini di efficacia (sulla storia naturale della malattia) e di effetti collaterali;
- la predittività della risposta clinica (in assenza di biomarcatori e di recettori specifici) è scarsa e imprevedibile, per cui è necessario trattare molti pazienti per avere una risposta in una percentuale limitata di casi e ciò rende assai critico il rapporto costo-beneficio.
Di fronte a tali problematiche è nato un registro il cui obiettivo principale è migliorare l’appropriatezza prescrittiva e il monitoraggio informatizzato di tali farmaci.
I dati dell’ULSS 1 di Belluno
Lo scorso anno è stata condotta un’analisi di questo registro per quanto riguarda i dati dell’ULSS 1 di Belluno (vedi tabella 2).
In questo articolo commentiamo i dati di farmacovigilanza più interessanti emersi in questa analisi.
Nel Registro sono presenti 21 schede di interruzione di terapia per reazioni avverse da farmaco, ma sono state compilate solamente 7 schede di segnalazione spontanea per sospetta reazione avversa da farmaco: 3 da sorafenib, 2 da lenalidomide, 1 da oxaliplatino e 1 da temsirolimus.
La reazioni avverse da sorafenib
In particolare per sorafenib, un inibitore multi-chinasico impiegato nel carcinoma a cellule renali avanzato e nell’epatocarcinoma (complessivamente 32 pazienti trattati nell’ULSS 1 di Belluno) è stato segnalato un caso di Hand Foot Skin Reaction (HFSR), reazione presente anche nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto.
Una revisione sistematica pubblicata nel 20081 ha analizzato 11 studi per un totale di 4.883 pazienti in trattamento solo con sorafenib per un tumore solido e ha valutato anche la comparsa di sindrome mani-piedi rispetto a placebo o a interferone: complessivamente l’incidenza della reazione avversa è stata del 33,8% nei trattati. L’incidenza nei pazienti con carcinoma renale è stata del 42% rispetto al 27,6% per tutte le altre forme tumorali. Nonostante alcune criticità della revisione (legate soprattutto all’eterogeneità degli studi) si può concludere che il sorafenib si associa a un elevato rischio di sindrome mani-piedi, soprattutto nei pazienti con carcinoma a cellule renali.
Altre reazioni avverse segnalate, gravi e non note, sono state il flutter atriale e l’ictus cerebrale, insorti in un paziente con epatocarcinoma in trattamento con sorafenib da circa due mesi, migliorate dopo la sospensione della terapia e l’ospedalizzazione. In letteratura sono poco frequenti le reazioni avverse cardiache associate a sorafenib o ad altri inibitori multichinasici; si registrano comunque casi di cardiotossicità, soprattutto ischemia cardiaca, nel 3% dei pazienti trattati.2
Le reazioni avverse da lenalidomide
Durante il trattamento con lenalidomide, un agente immunomodulante impiegato soprattutto nel trattamento di neoplasie ematologiche (11 pazienti registrati nell’ULSS 1 di Belluno), sono state segnalate una neutropenia e un’anemia emolitica autoimmune, risoltesi completamente dopo la sospensione del farmaco.
Da una revisione pubblicata a marzo 20113 sull’uso di lenalidomide nel mieloma multiplo emerge che neutropenia, trombocitopenia e anemia sono più frequenti con l’associazione lenalidomide più desametasone rispetto al solo desametasone (39,4% rispetto a 6,3% per la neutropenia, 18,4% rispetto a 5,7% per la trombocitopenia e 17,0% rispetto a 6,3% per l’anemia).
Inoltre gli eventi trombotici o tromboembolici, inclusi trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, hanno frequenza piuttosto elevata (11,3%) nei trattati con lenalidomide. L’incidenza di trombosi venosa nei pazienti trattati con lenalidomide e desametasone è risultata più alta in caso di terapia concomitante con agenti eritropoietici (19,2% rispetto a 6,8%, p=0,001).
Alla fine del 2010 è stata divulgata una Nota importante dell’AIFA sull’associazione tra lenalidomide ed eventi tromboembolici arteriosi e venosi in cui si richiede, ove possibile, la modificazione di eventuali fattori di rischio e il trattamento del paziente a scopo preventivo con farmaci antitrombotici.
Gli ostacoli da superare
L’esperienza della ULSS 1 di Belluno dimostra come possa essere utile per i reparti oncologici l’analisi dei propri dati di prescrizione e di sicurezza. Purtroppo un problema ancora aperto del registro AIFA è la rigidità delle elaborazioni standard e l’impossibilità di estrarre i propri dati in forma aggregata, ma solamente per singolo paziente. Questo impedisce a molti centri di avere dati utili per valutare il proprio lavoro e di avere un quadro più chiaro su efficacia e sicurezza dei farmaci utilizzati.
Un altro difetto è la sfasatura tra dati di farmacovigilanza del registro e dati della Rete nazionale di farmacovigilanza, poiché ancora oggi ci sono segnalazioni di reazioni avverse da farmaco presenti nel registro e assenti nella Rete nazionale di farmacovigilanza e viceversa. Va sottolineato, ai fini delle analisi di farmacovigilanza, che solo le segnalazioni presenti nella Rete nazionale di farmacovigilanza giungono all’azienda titolare dell’AIC, a Eudravigilance e ai Centri regionali e che quindi è indispensabile, in attesa di una soluzione automatica, che i medici e i farmacisti che inseriscono i dati nel registro AIFA non dimentichino anche di inviare le segnalazioni di reazione avversa da farmaco al responsabile locale di farmacovigilanza.
- Acta Oncologica 2008;47:176-86. CDI #nnr#
- AIFA, Segnali di farmacovigilanza, 2009
- J Clin Pharm Ther 2008;33:219-26. CDI NS
Federica Cortina farmacista, Belluno