Ipotiroidismo da inibitori delle proteinchinasi
L’impiego di sunitinib e sorafenib comporterebbe un rischio importante di ipotiroidismo. Lo suggerisce un’indagine di coorte che ha coperto oltre l’80% delle farmacie tedesche. I pazienti che hanno avuto una prima prescrizione di uno dei due farmaci tra giugno 2006 e dicembre 2007 sono stati seguiti finché non è stata loro necessaria la terapia sostitutiva con ormone tiroideo, esito surrogato dell’insorgenza di ipotiroidismo, o finché non sono usciti dallo studio (in quanto persi al follow up, per la sospensione o il cambiamento della terapia, la prescrizione di farmaci antitiroidei ovvero per la fine della sperimentazione). Il 13,7% (178/1.295) dei pazienti trattanti con sunitinib e il 6,3% (77/1.214) di quelli trattati con sorafenib hanno sviluppato ipotiroidismo (rapporto di incidenza 24,2 e 12,1 per 100 anni-persona, rispettivamente) Il rischio di ipotirodismo era doppio con sunitinib rispetto a sorafenib (hazard ratio 2,1 limiti di confidenza al 95% da 1,7 a 2,68) e non era influenzato da fattori di confondimento (tipo di prescrittore, regione, tipo di assicurazione, e farmaci concomitanti)
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Anche se era già nota la possibilità di ipotiroidismo indotta dal trattamento con inibitori delle proteinchiansi, i dati dello studio evidenziano una dimensione del fenomeno superiore a quanto indicato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, specie con sunitinib. Questo fatto suggerisce, soprattutto nei pazienti con predisposizione a una disfunzione tiroidea su base familiare, un costante controllo degli esami della funzionalità tiroidea.
Feldta S, Schüssela K, et al. Incidence of thyroid hormone therapy in patients treated with sunitinib or sorafenib: a cohort study. Eur J Cancer 2012;48:974-81.
e-mail ricercatore: m.schulz@dapi.de