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Mercoledì, Aprile 25, 2012

Smentito il rischio oncogeno da protesi d’anca

Reazione: 

I portatori di protesi d’anca metallo-metallo non sarebbero esposti a un maggior rischio oncogeno determinato dal rilascio di metalli pesanti, come cobalto, cromo e molibdeno, rilasciato dalle componenti del dispositivo e rintracciabili nei tessuti di vari organi compresi il midollo osseo, il fegato, i reni e la vescica. Un gruppo di ricercatori britannici ha utilizzato i dati del National Joint Registry of England and Wales relativi a 40.576 pazienti con protesi metalliche. Come gruppo di controllo sono stati scelti 248.995 pazienti con protesi d’anca di altri materiali e non soggetti normali, in quanto ci sono segnalazioni che i portatori di protesi tendono a mantenere uno stato di salute complessivamente migliore rispetto alla popolazione generale. Infatti, l’incidenza di nuovi tumori è risultata bassa dopo l’intervento (1,25% dopo il primo anno, limiti di confidenza al 95% da 1,21% a 1,3%), minore di quella attesa in soggetti normali confrontabili per sesso ed età (1,65%, limiti di confidenza al 95% da 1,6% a 1,7%). Dopo un follow up medio di 3 anni, nei pazienti con protesi metallo-metallo non si è osservato un aumento né di malattie tumorali, né di specifiche forme come melanomi, linfomi e leucemie, tumori del rene e delle vie urinarie e della prostata. L’incidenza stimata a 5 anni di portatori di protesi sessantenni era per gli uomini del 4,8% (limiti di confidenza al 95% da 4,4% a 5,3%) con protesi d'anca in metallo effettuate con tecnica di rivestimento (resurfacing), del 6,2% (limiti di confidenza al 95% da 5,7% a 6,7%) con le protesi con stelo metallico, del 6,7% (limiti di confidenza al 95% da 6,5% a 7,0%) con le protesi in altri materiali; per le donne del 3,1% (limiti di confidenza al 95% da 2,8% a 3,4%), del 4,0% (limiti di confidenza al 95% da 3,7% a 4,3%) e del 4,4% (limiti di confidenza al 95% da 4,2% a 4,5%) rispettivamente.

I dati sono rassicuranti sul rischio di tumori nei portatori di protesi d’anca metallo-metallo. A detta degli stessi autori dello studio vanno confermati da un follow up più prolungato, tenendo anche conto che nei pazienti con protesi metallo-metallo è accertata una maggiore frequenza di linfociti con alterazioni del DNA.

Smith AJ, Dieppe P, et al for the National Joint Registry of England and Wales. Risk of cancer in first seven years after metal-on-metal hip replacement compared with other bearings and general population: linkage study between the National Joint Registry of England and Wales and hospital episode statistics.  BMJ 2012;344:e2383 doi:10.1136/bmj.e2383.  

 

e-mail ricercatore: alison.smith@bristol.ac.uk

80.211.154.110