La strana caduta a terra di Teresa
Teresa ha 69 anni, soffre di depressione e ha una schizofrenia residua da circa 13 anni, ben controllata però con l’uso di olanzapina. A causa di una cardiopatia ischemico-ipertensiva, con un infarto miocardico acuto avvenuto nel 2008, e di una dislipidemia è in cura con metoprololo, ramipril, acido acetilsalicilico, nitroglicerina cerotto, rosuvastatina e lansoprazolo da molti anni.
Nel mese di dicembre la donna giunge al Pronto soccorso dopo una caduta a terra avvenuta a casa, associata a un’incontinenza sfinterica e a un episodio di vomito caffeano.
Teresa viene immediatamente trasferita all’Unita di terapia intensiva per una sospetta sindrome coronarica acuta, in considerazione anche del riscontro, agli esami ematochimici, di marcati incrementi di troponina T ultrasensibile (497,2 ng/l) e CKMB (55,3 microg/l).
Il giorno successivo all’ingresso in ospedale i medici riscontrano un marcato incremento delle CPK totali (sino a 99.717 U/l) e di mioglobina (con un picco >30.000 μg/l) associato a un quadro di insufficienza renale acuta (creatinina sino a 8,29 mg/dl), per cui viene posta diagnosi di rabdomiolisi con mioglobinuria massiva verosimilmente dovuta a reazione avversa da farmaci e correlata a trauma da caduta accidentale.
A un’anamnesi più accurata la donna riferisce di aver accusato nelle settimane precedenti alla caduta degli episodi recidivanti di dolore e debolezza muscolare. Nell’ipotesi, pertanto, di un quadro secondario a reazione avversa da farmaco vengono sospesi l’olanzapina e la rosuvastatina, poiché potenzialmente sospettati come responsabili, e la paziente viene sottoposta a due sedute emodialitiche. Inoltre, in seguito a una esofagogastroduodenoscopia viene riscontrata un’esofagite erosiva. Trasferita in un secondo tempo in un reparto di degenza internistica, viene impostata una terapia reidratante con soluzioni idrolettrolitiche e si assiste al lento ma progressivo miglioramento del quadro clinico, con decremento di CPK, mioglobina e indici di funzionalità renale, sino al loro completo rientro nei limiti della norma (CPK 111 U/l, mioglobina 63,1 μg/l, azotemia 15,3 mg/dl, creatinina 0,99 mg/dl).
Rabdomiolisi da farmaci
La rabdomiolisi è una sindrome clinica e biochimica acuta, potenzialmente fatale, che deriva da un danno del muscolo scheletrico e conseguente rilascio in circolo di suoi composti. Uno dei principali componenti cellulari rilasciati è la mioglobina che, se immessa in quantità massiva, può causare insufficienza renale. I maggiori fattori di rischio includono l’assunzione di farmaci o l’abuso di sostanze voluttuarie (per esempio alcol), l’intensa attività fisica e i traumi muscolari.1 La rabdomiolisi come reazione avversa da farmaci ha una frequenza molto bassa e le statine sono i farmaci più spesso coinvolti (tasso d’incidenza: 0,01%).2 Il meccanismo attraverso il quale le statine causano il danno muscolare non è chiaro; uno dei più accreditati coinvolge la deplezione del coenzima Q10, un cofattore indispensabile nel sistema di trasporto mitocondriale degli elettroni.3,4 Quale sia la statina maggiormente miotossica è ancora oggi argomento di discussione.
L’olanzapina è il secondo farmaco sospetto nel caso di Teresa e la rabdomiolisi è una reazione attesa con una frequenza non nota. Non si conosce il meccanismo alla base di questa reazione avversa da farmaco, anche se alcuni autori ipotizzano che sia implicata una minore attività dei canali del potassio calcio dipendenti.5 L’olanzapina è uno degli antipsicotici più utilizzati nella pratica clinica, ma in molti casi il trattamento viene interrotto per inefficacia o per reazioni avverse, perché la risposta terapeutica a essa è influenzata da molti fattori, anche genetici.6 Uno studio recente6 ha rilevato che la clearance plasmatica del farmaco è minore negli anziani rispetto ai giovani, nelle femmine rispetto ai maschi, nei non fumatori rispetto ai fumatori e nei caucasici rispetto agli afromericani a causa delle variazioni genetiche del citocromo CYP3A43 di queste popolazioni. In generale, una clearance bassa di un farmaco indica un’emivita maggiore in circolo che, se non controllata, può provocare un sovradosaggio e un rischio maggiore di reazioni avverse. Dato che Teresa rientra nelle categorie sopradescritte si può ipotizzare anche un coinvolgimento della variabilità genetica nell’insorgenza della rabdomiolisi, per cui occorre procedere con accertamenti in merito.
L’eziologia della rabdomiolisi descritta in questo caso clinico permane di incerta interpretazione; molto verosimilmente è di natura farmacologica, poiché la sospensione di rosuvastatina e olanzapina ha portato al miglioramento della sintomatologia.
SOSTANZE CHE POSSONO INDURRE RABDOMIOLISI* |
---|
Paracetamolo |
Amfetamine |
Amfotericina B |
Anticolinergici |
Antidepressivi |
Antistaminici |
Antipsicotici |
Barbiturici |
Benzodiazepine |
Caffeina |
Clorpromazina |
Cocaina |
Cotrimoxazolo |
Diuretici |
Etanolo |
Idroxizina |
Anestetici |
Isoniazide |
Liquirizia |
Litio |
Marijuana |
Morfina |
Fenitoina |
Salicilati |
Statine |
Steroidi |
Teofillina |
* modificato da Curr Opin Pediatr 2004;16:206-10. |
- Ann Intern Med 2009;150:858-68. CDI #nrr#
- 2. Nefrologia 2012;32:127-8. CDI #rrr#
- J Clin Pharmacol 1993;33:226-9. CDI NS
- Mol Aspects Med 1997;18:S137-44. CDI NS
- Ann Pharmacother 2001;35:1020-3. CDI NS
- Mol Psychiatry 2011;16:620-5. CDI #nrr#
Roberta Nuvolari, Gianni Turcato, Pietro Minuz Medicina Interna C, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona
Sibilla Opri, Lara Magro Servizio di Farmacologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona