Vitamina E e cancro della prostata
Sono stati pubblicati i risultati conclusivi dello studio SELECT1 che ha coinvolto 34.887 soggetti sani con rischio medio di cancro della prostata (PSA pari o inferiore a 4,0 ng/ml, esplorazione rettale negativa) ed età ≥50 anni. Tra il 2001 e il 2004 sono stati randomizzati a uno dei quattro gruppi di trattamento per un anno: 8.752 soggetti con selenio orale (200 μg/die), 8.737 con vitamina E (400 UI/die); 8.702 con entrambi e 8.696 con placebo. Dall’analisi dei dati al luglio 2011, in una certa misura anticipati nel follow up a 5,5 anni pubblicato nel 2009,2 sono stati osservati 529 casi di cancro della prostata nel gruppo placebo (gruppo di riferimento), 620 casi nel gruppo con vitamina E (hazard ratio 1,17, limiti di confidenza al 99% da 1,004 a 1,36, p=0,008), 575 nel gruppo selenio (hazard ratio 1,09, limiti di confidenza al 99% da 0,93 a 1,27, p=0,18) e 555 nel gruppo con selenio e vitamina E (hazard ratio 1,05, limiti di confidenza al 99% da 0,89 a 1,22, p=0,46).
Rispetto al placebo, il rischio assoluto non aggiustato di cancro della prostata ogni mille uomini dopo un anno di trattamento era 1,6 per coloro che hanno assunto la vitamina E, 0,8 per il selenio e 0,4 per la combinazione. La supplementazione della dieta con vitamina E in uomini sani ha quindi aumentato significativamente il rischio di cancro della prostata.
A oggi, non c’è alcun beneficio scientificamente fondato della supplementazione di vitamina E per qualunque malattia e per il cancro, con l’unica eccezione del caso ra ro di una deficienza accertata di vitamina E non esclusivamente correlabile a una dieta inadeguata.2 L’aumento osservato del 17% dell’incidenza di cancro della prostata mostra le potenzialità di sostanze biologicamente attive apparentemente innocue, come le vitamine, nel provocare un danno.1,2 Viene pertanto suggerito al consumatore di essere scettico rispetto ai benefici riportati nei prodotti da banco contenenti vitamina E.1,2
- JAMA 2011;14:1549-56. CDI #rrr#
- Worst pills, best pills News 2012; 18: 2. CDI #rrr#