Quelle due o tre tazze di tè verde
Nel maggio 2010 Eleonora, 62 anni, si reca in Pronto soccorso per dolore epi-mesogastrico associato a nausea senza vomito, diarrea e febbre. La donna riferisce che soffre di tale sintomatologia già dall’inizio di aprile ma che si è recata in Pronto soccorso ora per l’aggravarsi e il persistere del dolore addominale. In tale occasione agli esami di laboratorio si riscontra un incremento delle ALT 780 U/l (valori normali 6-40) e un lieve aumento della bilirubina totale 1,15 mg/dl (con valori normali 0,20-1,10), mentre i restanti parametri di laboratorio valutati sono nei limiti e l’eco dell’addome non rileva nulla di patologico. La donna nega l’assunzione recente e/o continua di farmaci. In anamnesi si segnalano: colecistectomia nel 1982, ipercolesterolemia (controllata dalla dieta), tosse stizzosa da anni (controllata senza l’uso di farmaci). Visto che la paziente non ha urgenze chirurgiche in atto e la sintomatologia non sembra essere di natura biliare, la donna viene rinviata a casa, con il consiglio di ripetere gli esami di laboratorio. Al nuovo controllo, eseguito dopo dieci giorni dall’accesso al Pronto soccorso, i risultati sono i seguenti: ALT 621 U/l, fosfatasi alcalina 114 U/l (con valori normali 30-130), gammaGT 110 U/l (con valori normali inferiori a 33), ferritina 1011 μg/l (con valori normali 30-250), sideremia 189 μg/dl (con valori normali 37-145), marcatori per HBV e HCV negativi. Il medico programma quindi il ricovero per i primi giorni di giugno in modo da poter eseguire ulteriori accertamenti e indagini. Vengono in tale occasione ripetuti alcuni esami: ALT 365 U/l, AST 178 U/l (con valori normali 6-44), fosfatasi alcalina 113 U/l, gammaGT 109 U/l, bilirubina totale 1,41 mg/dl, ferritina 939 μg/l, sideremia 218 μg/dl; ecografia addome nei limiti di norma. A una raccolta anamnestica più accurata la donna riferisce l’assunzione quotidiana di due o tre tazze di infusi di tè verde. Alla domanda “da e per quanto tempo” facesse uso di tali infusi, si dimostra un po’ incerta dicendo di aver iniziato nell’inverno del 2009 semplicemente per bere qualcosa di caldo e di aver proseguito indicativamente fino alla metà di aprile 2010. Vengono nuovamente negati farmaci o altri tossici. Dopo 12 giorni la paziente viene dimessa con diagnosi di “epatopatia di natura da determinare, in corso di accertamento” in quanto devono ancora pervenire gli esiti di alcuni esami. Nei mesi successivi si hanno i risultati: gli esami sierologici ANA, ENA, ASMA, AMA, LKM risultano negativi e l’analisi istologica di un frustolo epatico (da biopsia) documenta un danno “tossico” da farmaci. In agosto (dopo circa 4 mesi di sospensione degli infusi di tè verde) si riscontra la normalizzazione degli indici di citolisi epatica e riduzione della ferritinemia. I valori degli esami eseguiti sono: ALT 26 U/l, AST 28 U/l, fosfatasi alcalina 84 U/l, gammaGT 26 U/l, bilirubina totale 0,68 mg/dl, ferritina 324 μg/l, sideremia 161 μg/dl.
Una relazione causale? Il consumo di tè ha origine nel continente asiatico migliaia di anni fa e successivamente si estende al resto del mondo: tale bevanda è la più consumata dopo l’acqua.1 Il tè è ottenuto dalle foglie di Camellia sinensis (famiglia delle Theaceae) e la sua composizione varia in funzione del clima, della varietà e dell’età della pianta, nonché del sistema con cui le foglie vengono trattate.
Per ottenere il tè verde, le foglie fresche vengono leggermente torrefatte dopo la raccolta, quindi arrotolate, lavate rapidamente e seccate a fuoco dolce in modo da inattivare gli enzimi e prevenire la fermentazione.1 I principali componenti chimici contenuti nel tè verde sono i polifenoli, tra i quali i più comuni sono le catechine, principalmente epigallocatechina gallato (EGCG) ed epicatechina gallato (ECG). Alcuni studi hanno mostrato potenziali effetti benefici del tè verde sulla salute, tra cui riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e degenerative e proprietà antidiabetiche e antiobesità. Per quest’ultimo effetto potenziale, il tè verde è in commercio come integratore per il controllo del peso corporeo.1 Nella pratica comune, quindi, si può fare uso di tè verde sia come integratore, sotto forma di compresse, sia come infuso utilizzando le “classiche bustine” o direttamente le foglie essiccate.
Eleonora ha assunto regolarmente due o tre tazze di infuso di tè verde per più mesi. Il caso ha destato non poche perplessità in quanto in prima istanza si è ipotizzato che l’aumento dei valori degli enzimi epatici e della bilirubina potesse essere dovuto a una patologia epatica di cui cercare l’origine (virus, autoimmunità, tesaurismosi, danno biliare). I risultati degli esami hanno però escluso queste ipotesimentre la biopsia era indicativa di “un danno tossico da farmaci”. D’altra parte l’anamnesi ha accertato che la signora non assumeva alcun farmaco.
In letteratura sono presenti alcuni casi analoghi a quello qui descritto.1,2 Può quindi esserci una correlazione tra l’assunzione di infusi di tè verde, catechine in esso contenute ed effetto epatotossico? Non vi è ancora una evidenza scientifica di questo ed è necessario potenziare studi e sorveglianza su questi prodotti, talvolta mal utilizzati, che inoltre potrebbero essere contaminati (per esempio da metalli pesanti). Ilmeccanismo dell’epatotossicità da tè verde è sconosciuto. In alcuni studi su animali si è visto che alte concentrazioni di estratto di tè verde inducono una tossicità acuta nelle cellule epatiche di ratto e in particolare alte dosi di EGCG possono essere associate a necrosi epatica in topi. Considerando però che nell’uomo la concentrazione raggiunta da questi metaboliti è probabilmente bassa, non si può escludere che il meccanismo del danno sia di tipo metabolicoidiosincrasico o immuno-allergico.3,4
- Eur J Clin Pharmacol 2009;65:331-41. CDI NS
- J Hepatol 2006;44:616-7. CDI NS
- Food Chem Toxicol 2005;43:307-14. CDI NS
- Toxicol Sci 2003;76:262-70. CDI NS
Franco Capra1, Veronica Paon1, Tiziana Tumelero1, Anita Conforti2 ed Elena Arzenton2 1Medicina Interna C, 2Farmacologia Medica – Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona