In difesa del paracetamolo
I rischi della comunicazione al grande pubblico: quando l’informazione può aumentare gli eventi avversi
Poco prima di Natale su Repubblica Salute è stato pubblicato un articolo dal titolo “Paracetamolo, quanti problemi. Scienziati a caccia del sostituto”.1 L’articolo ha come spunto un lavoro pubblicato su Nature Communications2 nel quale un gruppo di ricercatori ha scoperto, con un lavoro sperimentale sui topi, che l’effetto analgesico del paracetamolo è legato all’attivazione di una proteina chiamata TRPA1 (Transient Receptor Potential cation channel, subfamily A, member 1) che si trova sulla superficie delle cellule nervose. Secondo gli autori dell’articolo questa scoperta apre la strada per la sostituzione del paracetamolo con nuove molecole che abbiano “lo stesso effetto benefico, ma nessuna controindicazione tossica”. Il paracetamolo infatti “è tossico su fegato, reni e midollo osseo, in caso di sovradosaggio, ed è già finito sotto il mirino dell’accusa per scatenare nei bambini sotto i 15 mesi di vita asma e allergie”.3,4 Pur comprendendo la necessità giornalistica di far risaltare studi certamente interessanti come quello in questione, riteniamo dannoso mettere in cattiva luce un farmaco come il paracetamolo, principio attivo con un buon profilo rischio-beneficio e di prima scelta in moltissime situazioni.
E’ certamente possibile e auspicabile che in futuro possano essere disponibili farmaci analgesici con nuovi meccanismi d’azione, ma non va dimenticato che tra la scoperta di un nuovo recettore e la messa in commercio di un farmaco a esso correlato passano molti anni. Il nuovo farmaco dovrà comunque dimostrare la bontà del suo profilo beneficio/rischio nella pratica medica, ricordando che non esistono farmaci che siano esenti da effetti avversi e che i nuovi farmaci sono da questo punto di vista certamente più “pericolosi” dei vecchi, proprio perché meno conosciuti.
Il paracetamolo è usato da milioni di persone, bambini inclusi. Il problema più rilevante, quello della epatotossicità, ha alla base un meccanismo ben noto e dose-dipendente: non vanno superati i 4 grammi al giorno nell’adulto e i 75 mg/kg/die nel bambino. 5 L’epatotossicità da sovradosaggio di paracetamolo è una condizione importante soprattutto nei paesi dove questo farmaco è liberamente acquistabile nei supermercati e sfugge al controllo del medico o del farmacista. Mettere in cattiva luce un farmaco come questo può contribuire a spostare il consumo su farmaci più pericolosi. Un esempio viene dalla pediatria dove negli ultimi anni l’utilizzo dell’ibuprofene come antipiretico al posto del paracetamolo ha causato un incremento di gravi reazioni gastrointestinali. 6
- http://www.repubblica.it/salute/2011/12/20/news/paracetamolo_addio-26947...
- Nat Commun 2011;2:DOI:10.1038/ncomms1559.
- Clin Exp All 2011;41:399-406. CDI NS
- Focus Farmacovigilanza 2008;14(54):2.
- Schema posologico Tachipirina®
- Raccomandazioni del Working Group Pediatrico dell’AIFA sull’uso di FANS nei bambini, novembre 2010.