Rischio di mortalità con gli antidiabetici orali
Un’indagine su un ampio campione di quasi 200mila statunitensi diabetici (185.360 uomini, 7.812 donne) rappresentativi della popolazione generale ha confrontato il rischio di mortalità di diversi ipoglicemizzanti orali.
Tutti i pazienti, selezionati dai registri della Veterans Health Administration, avevano iniziato la monoterapia con ipoglicemizzanti orali (metformina, sulfoniluree o rosiglitazone) tra il 2004 e il 2009, li avevano assunti per almeno un anno (durata media del trattamento 1,4-1,7 anni secondo il farmaco considerato) e sono stati seguiti fino alla sospensione del farmaco, alla sua sostituzione o all’aggiunta di un altro medicamento, al decesso (verificatosi nel 2,2% dei casi, n=4.256) o al completamento dello studio (31 dicembre 2009).
I risultati evidenziano un aumento del rischio di mortalità con glibenclamide rispetto a metformina (hazard ratio 1,38, limiti di confidenza al 95% da 1,27 a 1,5) e con glipizide rispetto a metformina (hazard ratio 1,55, limiti di confidenza al 95% da 1,43 a 1,67), a rosiglitazone (hazard ratio 1,27, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,59) e a glibeclamide (hazard ratio 1,12, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 1,23).
Con il rosiglitazone il rischio di mortalità era diverso tra generi (p=0,034), maggiore per le donne (hazard ratio 4,36, limiti di confidenza al 95% da 1,34 a 14,20) e non statisticamente significativo per gli uomini (hazard ratio 1,19, limiti di confidenza al 95% da 0,95 a 1,49).
Gli ipoglicemizzanti orali sono tra i farmaci di più comune impiego, ma mancavano dati di confronto sulla sicurezza delle diverse classi e in particolare sul rischio di mortalità.
Nel complesso, i risultati sembrano indicare un profilo di sicurezza migliore per metformina, in accordo con precedenti dati della letteratura scientifica. Rispetto alla biguanide, l’impiego di rosiglitazone, glibenclamide o glipizide si associa a un aumento del rischio di morte del 22%, 38% e 55%, rispettivamente. Gli autori stessi segnalano la necessità di ulteriori verifiche per eliminare eventuali fattori di confondimento nell’interpretazione dei risultati. A livello di scelta prescrittiva resta dunque valido il criterio di una valutazione caso per caso delle caratteristiche del paziente e del rapporto rischi/benefici.
Wheeler S, Moore K, et al. Mortality among veterans with type 2 diabetes initiating metformin, sulfonylurea or rosiglitazone monotherapy. Diabetologia 2013;56:1934-43.
e-mail ricercatore: eboyko@uw.edu