Effetti sul muscolo della telbivudina
L’impiego della telbivudina, un antivirale inibitore della transcrittasi inversa indicato nel trattamento dell’epatite B, determina un aumento della creatinkinasi (CK) che tuttavia raramente comporta una miopatia clinicamente rilevante.
Queste conclusioni derivano da uno studio cinese su 200 pazienti con epatite B (età media 32 anni, 75% maschi) in trattamento con 600 mg di telbivudina in monosomministrazione per un periodo di 12-24 mesi. L’incidenza cumulativa nell’arco di 3 anni di un incremento dell’enzima è stata dell’84,3%, peraltro la miopatia si è manifestata nel 5% soltanto. L’aumento della creatinkinasi era più frequente nei pazienti di sesso maschile (p=0,007; rischio relativo 1,83, limiti di confidenza al 95% da 1,13 a 2,96), di età inferiore ai 45 anni (p<0,05; rischio relativo 0,97, limiti di confidenza al 95% da 0,95 a 0,99) e HBeAg-negativi (p=0,012; rischio relativo 1,81, limiti di confidenza al 95% da 1,24 a 2,66), mentre l’insorgenza della miopatia non dipendeva da alcuna di queste variabili, né è stato possibile identificare fattori di rischio. Inoltre, il movimento della creatinkinasi era in genere piuttosto tardivo rispetto all’inizio del trattamento, da 6 a 22 mesi (mediana 21 mesi) e si risolveva spontaneamente senza che fosse necessaria la sospensione del farmaco, fatta eccezione per una esigua minoranza di pazienti (n=3) per i quali se ne è dovuto utilizzare un altro. Non si sono verificati casi di rabdomiolisi.
Pertanto, in presenza di elevazioni della creatinkinasi in corso di terapia con telbivudina è ragionevole una condotta prudente, con un’attenta osservazione del caso, ma non necessariamente ci si deve orientare a sospendere il farmaco.
Zou XJ, Jiang XQ, Tian DY. Clinical features and risk factors of creatine kinase elevations and myopathy associated with telbivudine. J Viral Hepatitis 2011;18:892-6.
e-mail ricercatore: dytian@tjh.tjmu.edu.cn