Statine e sindrome lupus-simile
Sono stati resi noti i risultati provenienti da uno studio caso/non caso(1) condotto sulle segnalazioni contenute nel database dell’Organizzazione mondiale della sanità in cui è emerso un aumento del rischio di sindrome lupus-simile, rispetto ad altre reazioni avverse, in seguito all’utilizzo di statine. Nello studio sono stati identificati 3.362 report di sindrome lupus-simile (casi), analizzati rispetto a 27.092 report di altre reazioni (non casi). Le statine sono state più spesso riportate come farmaco sospetto nei casi (3,2%) rispetto ai non casi (1,5%). Nei 144 casi (4,3%) in cui sono state riportate le statine 106 volte sono state segnalate come sospette e 38 come concomitanti; quelle maggiormente coinvolte erano la simvastatina e la lovastatina. Anche in seguito all’analisi multivariata il rischio di insorgenza di sindrome lupus-simile associato a statine risultava aumentato di due volte rispetto ad altre reazioni avverse (ROR: 2,01, limiti di confidenza al 95% da 1,61 a 2,51). Il meccanismo attraverso il quale le statine possono portare alla comparsa di una sindrome lupus-simile non è stato ancora ben definito, ma si è ipotizzato che l’attività antinfiammatoria e immunomodulatoria attribuita a questa classe di farmaci possa favorire l’insorgenza di patologie autoimmuni. La sindrome lupussimile è nota per simvastatina, pravastatina, lovastatina e fluvastatina e non descritta per atorvastatina e rosuvastatina. I dati riportati non sono sufficienti a stabilire l’incidenza di tale sindrome. Pertanto sono necessari ulteriori studi accompagnati da un attento monitoraggio, da parte dei medici e dei pazienti.
- Semin Arthritis Rheum 2011;DOI:10.1016/J. semiarthrit.2011.06.002. CDI #fff#