Leucemia mieloide acuta dopo chemioterapia per il cancro dell’ovaio
Un gruppo di ginecologi e oncologi statunitensi ha utilizzato i dati dell’archivio National Cancer Institute's Surveillance, Epidemiology and End Results per valutare l’incidenza e le caratteristiche cliniche della leucemia mieloide acuta insorta dopo chemioterapia per il trattamento del cancro dell’ovaio e per confrontarle con sottogruppi di pazienti affette da cancro dell’ovaio ma che non hanno sviluppato la leucemia secondaria e di pazienti con leucemia mieloide acuta primaria.
Tra le 63.359 pazienti con il tumore dell’ovaio selezionate, sono stati identificati 270 casi di neoplasie ematologiche, 109 dei quali forme mieloidi (98 acuti e 11 cronici), che corrisponde a un’incidenza dello 0,17% per le sole forme mieloidi. Sono comparsi con una latenza mediana di 4 anni (da 0 a 27 anni). La sopravvivenza mediana è stata di 3 mesi (limiti di confidenza al 95% da 2,3 a 3,7), significativamente peggiore rispetto alle forme di leucemia acuta mieloide non associate alla chemioterapia (6 mesi, limiti di confidenza al 95% da 5,8 a 6,2, p<0,001).
I pazienti con leucemia secondaria sono stati confrontati con 22.803 adulti con una diagnosi di leucemia mieloide acuta primitiva. All’analisi multivariata i fattori predittivi indipendenti di una prognosi peggiore nelle pazienti con leucemia considerate nell’insieme erano l’età sopra i 65 anni (hazard ratio 2,69, limiti di confidenza al 95% da 2,6 a 2,78) e lo sviluppo della leucemia secondaria rispetto alla primitiva (hazard ratio 1,81, limiti di confidenza al 95% da 1,49 a 2,20). Peraltro la sopravvivenza mediana delle pazienti con cancro dell’ovaio non era influenzata significativamente dalla sovrapposizione della forma leucemica.
Lo sviluppo di leucemia era più probabile con farmaci di vecchia generazione (hazard ratio 6,70, limiti di confidenza al 95% da 3,69 a 12,18 se l’inizio del trattamento era antecedente al 1982) e meno probabile con la combinazione di derivati del platino e taxani (hazard ratio 2,74, limiti di confidenza al 95% da 1,51 a 4,98, se l’inizio del trattamento era successivo al 1996).
I dati di questa ampia casistica consentono di concludere che l’insorgenza di una leucemia mieloide acuta è un evento relativamente raro, soprattutto con chemioterapici antineoplastici di ultima generazione, ma ha una prognosi infausta.
Vaya A, Kumarb S, et al. Therapy-related myeloid leukemia after treatment for epithelial ovarian carcinoma: an epidemiological analysis. Gynecol Oncol 2011;123:456-60.
e-mail ricercatore: agnivay@gmail.com