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Martedì, Dicembre 20, 2011

Maggior rischio di sanguinamento con gli SSRI

I pazienti in terapia antiaggregante per la prevenzione cardiovascolare hanno un rischio aumentato di sanguinamento in caso di somministrazione concomitante di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. I risultati derivano da uno studio di coorte retrospettivo canadese su 27.058 pazienti ultracinquantenni con storia di infarto del miocardio. I loro dati sono stati ricavati dalle  cartelle cliniche di dimissione che coprivano il periodo gennaio 1998-marzo 2007. Successivamente questi pazienti sono stati seguiti fino al primo episodio di sanguinamento clinicamente rilevante o di ricovero per ictus, recidiva di infarto o fino al decesso, ovvero fino alla fine del periodo di osservazione (agosto 2007). I pazienti sono stati classificati in 6 sottogruppi in base alla terapia prescritta al momento della dimissione: acido acetilsalicilico da solo (n=14.426), clopidogrel da solo (n= 2.467), entrambi i precedenti in associazione (n= 9.475), acido acetilsalicilico associato a un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (n=406), clopidogrel associato a un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (n=45), entrambi gli antiaggreganti associati a un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (n=239). Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina erano citalopram, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina e sertralina.

L’impiego in combinazione di un antiaggregante e di un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina comportava un aumento significativo del rischio di sanguinamento rispetto all’acido acetilsalicilico da solo (hazard ratio con acido acetilsalicilico 1,42, limiti di confidenza al 95% da 1,08 a 1,87; con clopidogrel 1,54, limiti di confidenza al 95% da 0,70a 3,39); analogamente aumentava il rischio con l’impiego dei due antiaggreganti e di un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina rispetto ai due soli antiaggreganti (hazard ratio 1,57, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 2,32). I riultati erano simili in un'analisi ristretta ai casi di sanguinamento gastrointestinale.

La depressione è un evento non raro a seguito di un infarto del miocardio (gli autori dello studio riportano stime di prevalenza che superano il 20%). Pertanto nel prescrivere gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina è necessario tenere conto delle interferenze con la terapia antiaggregante e del rischio emorragico aumentato.

Labos C, Dasgupta K, et al. Risk of bleeding associated with combined use of selective serotonin reuptake inhibitors and antiplatelet therapy following acute myocardial infarction. CMAJ 2011;183:1835-43.

e-mail ricercatore: elham.rahme@mcgill.ca

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