Gli effetti avversi gravi nell’anziano

I ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta, utilizzando i dati del progetto statunitense National Electronic Injury Surveillance System-Cooperative Adverse Drug Event Surveillance, hanno circoscritto a 4 classi di farmaci la responsabilità del 67% dei ricoveri d’urgenza per effetti avversi da farmaci tra gli anziani: warfarin (33,3%), insulina (13,9%), antiaggreganti (13,3%) e ipoglicemizzanti orali (10,7%). La stima si riferisce un campione di 12.666 casi di effetti avversi che hanno richiesto il ricorso a una struttura sanitaria (5.077 conclusisi con un ricovero e 7.589 con un passaggio in un pronto soccorso) avvenuti nel triennio 2007-2009, e prende in considerazione tutti i farmaci dispensati nel periodo, compresi i prodotti da banco, i vaccini e gli integratori alimentari. Su queste basi, stabilisce una prevalenza di 99.628 ricoveri all’anno (limiti di confidenza al 95% da 55.531 a 143.724) per gli ultra65enni, quasi la metà dei quali riguarderebbe gli ultra80enni (48,1%, limiti di confidenza al 95% da 44,6 a 51,6).

Si tratterebbe nella maggior parte dei casi di sovradosaggio accidentale (65,7%, limiti di confidenza al 95% da 60,1 a 71,3). Vale la pena di sottolineare che erano implicati con una frequenza relativamente contenuta i farmaci considerati o a rischio elevato secondo i criteri HEDIS (1,2%, limiti di confidenza al 95% da 0,7 a 1,7) o inappropriati secondo i criteri di Beers (6,6%, limiti di confidenza al 95% da 4,8 a 8,9); escludendo la digossina (3,7%, limiti di confidenza al 95% da 2,3 a 4,1).

Gli eventi avversi da farmaci sono una causa frequente e prevenibile di ricovero ospedaliero nella terza età e sono provocati da medicine ampiamente diffuse nelle terapie domiciliari, come gli antitrombotici e gli antidiabetici. Sarebbe probabilmente utile sensibilizzare il paziente o chi lo assiste a una gestione attenta anche dei farmaci che rientrano ormai nelle abitudini quotidiane.