Topiramato: rischio di schisi orale negli esposti
Le crisi convulsive, se non opportunamente controllate, sono un fattore di rischio sia per la madre sia per il feto, aumentando il rischio di aborto e di malformazioni. Tuttavia, il trattamento con farmaci antiepilettici, soprattutto in politerapia, aumenta il rischio di malformazioni congenite maggiori dall’1-2% fino al 9-10% [1]. Questo argomento è già stato affrontato in precedenti numeri di Focus, ma la recente comunicazione della FDA (aprile 2011) sulla sicurezza d’uso del topiramato in gravidanza rinnova l’interesse [2]. L’FDA ha notificato un rischio aumentato di sviluppo di labio e/o palatoschisi nei bambini nati da donne trattate con topiramato durante la gravidanza. I dati del North American Antiepileptic Drug Pregnancy Registry hanno segnalato un aumento del rischio di schisi orale nei neonati esposti a topiramato in monoterapia durante il primo trimestre di gravidanza. La prevalenza di schisi orale era dell’1,4% in confronto a una prevalenza di 0,38-0,55% nei bambini esposti ad altri farmaci antiepilettici, e di 0,07% nei bambini nati da madri non affette da epilessia. Il rischio relativo di schisi orale nelle donne esposte a topiramato rispetto alle donne non trattate era 21,3. Anche i dati dello UK Epilepsy and Pregnancy Register hanno riportato un aumento del rischio di schisi orale (3,2%) tra i neonati esposti a topiramato in monoterapia, con un aumento di 16 volte del rischio rispetto a quello della popolazione generale (0,2%). A causa di questi nuovi dati, il topiramato è stato inserito dall’FDA nella categoria di rischio teratogeno dei farmaci “D” (prove di rischio fetale basate su dati provenienti da studi sull’uomo: i potenziali benefici derivanti dall’uso del farmaco in gravidanza possono essere accettabili in alcune situazioni). Per le ragioni sopra esposte, i benefici e i rischi della prescrizione di topiramato a donne in età fertile devono essere attentamente soppesati, soprattutto per le pazienti con forme di epilessia meno gravi, valutando la possibilità di usare farmaci alternativi.
Se si decide di prescrivere il topiramato dovrebbe essere raccomandato l’uso di un contraccettivo efficace per le donne in età fertile, tenendo presente, quando si utilizza un contraccettivo estroprogestinico, una interazione potenziale con diminuzione dell’efficacia contraccettiva [2]. L’FDA ha raccomandato alle donne in trattamento con il topiramato di informare immediatamente il medico curante qualora vogliano programmare una gravidanza o siano già incinte, e di non sospenderne autonomamente l’assunzione e di valutare con il medico le possibili alternative terapeutiche [2]. Inoltre si raccomanda:
- nel caso in cui si assuma topiramato o altro farmaco antiepilettico o si sia già avuto un figlio con difetti del tubo neurale è indicato un dosaggio di 4 mg/die di acido folico almeno nel mese precedente il concepimento e per i primi tre mesi di gravidanza [3];
- in donne epilettiche, che facciano o meno uso di farmaci, un accurato screening per la ricerca di malformazioni (ecografia morfologica in un Centro di II livello e amniocentesi);
- dosaggio ematico del farmaco ogni 30-40 giorni durante tutta la gravidanza.
E’ importante ricordare che il rischio di eventi convulsivi nella madre durante la gravidanza, e conseguentemente di aborto e/o malformazioni per il feto, si riduce notevolmente se almeno nei 12 mesi precedenti il concepimento la paziente è libera da convulsioni [4].
- Curr Opin Obstet Gynecol 2008;20:557-62. CDI NS
- http://www.fda.gov/Drugs/DrugSafety/ucm245085.htm
- Can Fam Physician 2008;54:36-8. CDI
- Epilepsia 2009;50:1247-55. CDI
a cura di Serena Belli Servizio Genetica APSS Trentino, Dipartimento di laboratorio
e Marco Tuccori Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Centro regionale toscano di farmacovigilanza
Stefania Mantarro
Centro regionale toscano di farmacovigilanza, Università di Pisa