Citalopram e pancreatite
Il citalopram appartiene agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) ed è autorizzato in Italia per il trattamento delle sindromi depressive endogene e per i disturbi d’ansia associati a crisi di panico con o senza agorafobia. Gli SSRI rappresentano ad oggi la terapia preferenziale per il trattamento della depressione in quando si ritiene che provochino, rispetto ai trattamenti di riferimento, effetti avversi transitori e meglio tollerabili. Le reazioni avverse più frequenti associate all’utilizzo di questi farmaci sono di entità lieve-moderata e comprendono nausea, anoressia, diarrea, insonnia, nervosismo, stato d’ansia, agitazione, diminuzione più o meno protratta della libido, ritenzione urinaria.
L’utilizzo del citalopram, e degli SSRI in generale, può però provocare reazioni avverse gravi, quali la sindrome serotoninergica, aritmie cardiache, angina instabile, la sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico, sintomi extrapiramidali gravi e complicazioni emorragiche.
Dall’analisi delle segnalazioni del 2007 sono pervenute nelle regioni aderenti al GIF 2 segnalazioni di pancreatite a seguito della somministrazione di citalopram. Nel primo caso il paziente ha manifestato un aumento delle amilasi pancreatiche e dolore addominale, mentre nel secondo caso la pancreatite è stata asintomatica e il paziente si è accorto della patologia solo dopo aver effettuato degli esami del sangue per una tachicardia sospetta.
La pancreatite è riportata in Italia come effetto indesiderato raro nella scheda tecnica di alcuni SSRI, mentre per quanto riguarda il citalopram solo l’FDA ha ritenuto necessario inserire tale reazione nell’RCP del farmaco.
Si riporta che l’incidenza della pancreatite da farmaci è circa del 2.5%. Alcuni farmaci più comunemente causa di pancreatite possono essere i farmaci antivirali, farmaci ipolipidemici, antipsicotici atipici, corticosteroidi e altri farmaci immunosoppressori, inibitori COX-2, FANS, aminosalicilati (mesalazina, sulfasalazina), antagonisti del recettore dell’angiotensina II, ACE-inibitori, antagonisti del recettore H-2. Tutti questi farmaci insieme, sono responsabili di oltre il 60% delle segnalazioni di pancreatite [1].
Da una ricerca condotta sulle principali banche dati è stato possibile reperire alcuni studi che hanno valutato la possibile associazione tra assunzione di SSRI ed insorgenza di pancreatite.
Il primo è stato uno studio caso-controllo effettuato sulle segnalazioni di reazioni avverse presenti nella banca dati della Organizzazione Mondiale Della Sanità (WHO). L’analisi non ha prodotto nessuna associazione positiva tra SSRI e pancreatite, ma come affermano gli autori, un risultato negativo non significa che non esistano reazioni avverse relativamente al citalopram, ma piuttosto che le segnalazioni non sono state numericamente rilevanti da produrre un dato statisticamente significativo. Inoltre, lo studio ha presentato alcune limiti, oltre a quelli propri della segnalazione spontanea (sottosegnalazione, misclassificazione), infatti non essendo stata fatta una valutazione caso per caso delle segnalazioni in questione, non sono stati considerati alcuni fattori che possono essere causa di pancreatiti (consumo di alcol, infezioni, patologie autoimmunitarie, tumori, disturbi biliari ed esposizione a tossine virali) [2].
In un altro studio caso-controllo, l’uso di farmaci antidepressivi ha comportato un rischio doppio (OR 2,1; CI 1,2-3,7) nei pazienti che li assumevano, tuttavia il fumo di sigaretta e il consumo di alcol possono aver agito da fattori confondenti [3].
In un altro studio condotto in tre ospedali della Danimarca per valutare se l’uso di SSRI potesse essere correlato all’insorgenza di pancreatite acuta, i soggetti sono stati divisi in gruppi diversi a seconda che al momento del ricovero in ospedale stessero o meno assumendo ancora SSRI. Dall’analisi è emersa una correlazione statisticamente significativa tra farmaco e reazione, tuttavia risultati analoghi si sono ottenuti anche per altre classi di farmaci antidepressivi, per cui gli autori non escludono che l’aumentato rischio sia correlato a fattori legati allo stile di vita dei soggetti depressi [4].
In conclusione, pur non essendo possibile stabilire un’associazione causale tra assunzione di citalopram ed insorgenza di pancreatite, il coinvolgimento del farmaco dovrebbe essere preso in considerazione dopo l’esclusione di altre cause ragionevoli. Alla luce di queste considerazioni, e tenendo conto che la FDA ha già provveduto ad inserire la pancreatite nella sezione delle reazioni avverse della scheda tecnica del farmaco, sarebbe da valutare la possibilità di aggiornare le informazioni di sicurezza nelle schede tecniche dei medicinali a base di citalopram in Italia e in Europa.
- (Australian Adverse Drug Reactions Bulletin, 2006);
- (Hepatic injury and pancreatitis during treatment with serotonin reuptake inhibitors: data from the World Health Organization (WHO) database of adverse drug reactions, Int Clin Psychopharmacol. 2003;18(3):157-61);
- (A Swedish case-control network for studies of drug-induced morbidity--acute pancreatitis, Eur J ClinPharmacol (2002) 58; 275–283);
- (Selective serotonin reuptake inhibitors and risk of acute pancreatitis: a population-based case-control study, J Clin Psychopharmacol. 2007; 27(3): 259-62);