Ticlopidina e reazioni epatiche
Nel corso del 2006 sono pervenute al GIF 8 segnalazioni di epatite col estatica (44 nel totale della banca dati) e 2 segnalazioni di epatite (21 in totale) associate alla ticlopidina. Due casi hanno avuto esito fatale in passato.
Abbiamo già affrontato in passato il problema della epatotossicità di questo farmaco (rapporto GIF del 2002 e del 2003). Torniamo ora sull’argomento sulla base delle numerose segnalazioni ricevute, e sul fatto che il consumo di questo farmaco è in crescente e costante aumento dal 2000 ad oggi (dalle 1,9 DDD/1,000 abitanti/day del 2000 alle 5,6 del 2006 – dati dei rapporti OSMED).
L’uso della ticlopidina è stato più volte associato ad un aumento degli enzimi epatici e all’insorgenza di epatite, nella maggior parte dei casi, colestatica [1].
La comparsa dei sintomi si ha generalmente dopo 2-12 settimane dall’inizio della terapia anche se talune reazioni si sono presentate a distanza di 6 mesi. Molti dei pazienti nei quali la reazione avversa è insorta erano anziani (età media: 67,5 anni); il motivo di ciò potrebbe essere attribuito ad una più frequente esposizione di questa categoria di pazienti alla ticlopidina piuttosto che a una maggiore vulnerabilità legata all’età. Il meccanismo d’insorgenza dell’epatite colestatica da ticlopidina è sconosciuto. La predisposizione individuale (idiosincrasia e ipersensibilità) gioca un ruolo importante nella genesi del danno epatico da farmaci. Questo processo sembra essere determinato dalla tossicità diretta che la ticlopidina o un suo metabolita tossico esercitano sulle cellule del fegato, stimolando i linfociti T e determinando quindi una reazione immunitaria [2].
La sintomatologia presenta una durata variabile da 1 a 3 mesi dopo la sospensione della terapia, fino a un massimo di 6 mesi. In letteratura comunque, non sono riportati casi ad esito fatale o di danni epatici irreversibili. L’unico caso fatale segnalato si è verificato in un paziente affetto contemporaneamente da neutropenia e deceduto per shock settico.
È perciò raccomandabile che i medici effettuino test di funzionalità epatica con regolarità (ad esempio ogni 6 mesi) nei pazienti che ricevono un trattamento con ticlopidina.
- Eur J Clin Pharmacol. 2007 Jan;63(1):73-9.
- Ann Pharmacother 2003;37:371-5.