Ibuprofene e CID (Coagulazione intravasale disseminata)
Nella banca dati del GIF è stato segnalato nel 2006 un caso fatale di CID in un bambino di 2 anni, che il giorno precedente alla morte era stato trattato con ibuprofene per una rinofaringite associata a febbre di origine non ben definita. La sintomatologia insorta dopo la somministrazione del farmaco comprendeva sequenzialmente: un ulteriore aggravamento della febbre, vomito, arresto cardio-circolatorio, coma e CID. Mancando il referto autoptico, è difficile comprendere la causa dell’evento e stabilire se e come il farmaco possa aver contribuito all’insorgenza della CID.
Nella scheda tecnica del farmaco non sono riportati eventi gravi di tipo ematologico, inclusa la CID. In alcuni studi è stato però affrontato il potenziale ruolo favorente dei FANS nelle complicanze infettive dei bambini.
La coagulazione intravascolare disseminata generalmente consegue all'ingresso o alla formazione nel circolo ematico di materiale con attività di fattore tissutale (TFA), che dà inizio alla coagulazione. Di solito la CID si verifica in corso di: complicanze ostetriche, traumi massivi, infezioni (soprattutto da batteri Gram-), in presenza di neoplasia o di shock da qualsiasi causa. Anche i pazienti con malattie epatiche sono predisposti a sviluppare una CID correlabile ad una condizione di “ipercoagulabilità”.
L’ibuprofene, come gli altri FANS, può inibire l’aggregazione piastrinica e prolungare il tempo di sanguinamento, soprattutto in pazienti con preesistenti coagulopatie o in terapia con anticoagulanti. A differenza dell’aspirina, esercita però un’inibizione reversibile sul processo della coagulazione e quindi tale effetto dovrebbe permanere nell’organismo per il tempo che il farmaco resta in circolo. In letteratura viene comunque descritto un caso di CID da ibuprofene in una donna di 46 anni non atopica. La reazione scompariva alla sospensione del farmaco [1].
L’FDA raccomanda particolare cautela nell’uso dei FANS soprattutto in bambini. E' stato osservato infatti che la popolazione pediatrica sperimenta un numero significativo di ADR, che talvolta differiscono per tipologia e frequenza da quelle degli adulti [2]. Due ampi studi in doppio cieco che hanno confrontato l'incidenza di gravi eventi avversi da ibuprofene e paracetamolo in bambini di 2-12 anni con febbre, trattati rispettivamente con ibuprofene o paracetamolo, hanno riportato che il rischio di ospedalizzazione non variava in funzione dell'antipiretico assegnato [3,4].
A seguito della segnalazione di 3 casi di shock settico in bambini trattati con FANS per febbre e/o dolore (1 ad evoluzione fatale, 1 con postumi di insufficienza renale ed 1 guarito), l’Autorità regolatoria dei medicinali francese (Afssaps) (avviso del 15 luglio 2004) ha condotto un’indagine di farmacovigilanza, per tutti i FANS indicati nell’infanzia, al fine di valutare il loro rischio nelle complicanze infettive gravi. Questa indagine ha trovato, fra i bambini affetti da varicella e trattati con FANS, episodi di complicanze infettive sotto forma di lesioni cutanee (ascessi cutanei, cellulite, fascite, fascite necrosante, necrosi cutanea, piodermite, piodermite gangrenosa). Tuttavia, i rari studi che hanno affrontato il ruolo favorente dei FANS in queste complicanze infettive non permettono al momento né di confermare né di escludere tale ipotesi.
L’ibuprofene rimane comunque tra i FANS anche in pediatria quello con il miglior rapporto rischio beneficio.
- Butterfield JH, et al. Severe generalized reactions to ibuprofen: report of a case. J Rheumatol 1986; 13: 649-50.
- Impicciatore P, et al. Incidence of adverse drug reactions in paediatric in/out-patients: a systematic review and meta-analysis of prospective studies. Br J Clin Pharmacol 2001; 52: 77-83.
- Lesko SM, Mitchell AA. The assessment of the safety of pediatric ibuprofen:: a practitioner based randomized clinical trial. JAMA 1995; 273: 929-933.
- Lesko SM, Mitchell AA. The safety of acetaminophen and ibuprofen children younger than two years old. Pediatrics 1999; 104: e39.