Neuropatia da oxaliplatino: il rischio non aumenta con l’età
Uno studio prospettico frutto della collaborazione di ricercatori spagnoli, greci e italiani (questi ultimi appartenenti alle Università di Padova, di Milano-Bicocca, all’AO San Gerardo di Monza e all’IRCCS Istituto Oncologico Veneto di Padova) esclude che la popolazione oncologica anziana sia a maggiore rischio di neuropatia da oxaliplatino. Questa conclusione deriva da un'analisi di 145 pazienti con cancro del colon-retto (età media 67 anni, indice di Karnofsky >70), trattati in prima battuta con uno schema contenente questo chemioterapico. Tutti sono stati valutati in condizioni basali dal punto di vista neurologico, sensitivo e motorio, usando i criteri di tossicità del National Cancer Institute, il punteggio standardizzato Total Neuropathy Score (una scala da 0 a 28 punti che valuta 7 aspetti come sintomi, segni e grado di disabilità) e uno studio elettrofisiologico.
Rispetto ai 75 pazienti di 50-68 anni, i 70 pazienti sopra i 69 anni avevano un’incidenza simile di neuropatia acuta (64/75 rispetto a 56/70, p=0,51) e di neuropatia periferica (51/75 rispetto a 49/70, p=0,858). Anche la gravità della sofferenza neurologica non era significativamente diversa. Le indagini neurofisiologiche erano sostanzialmente sovrapponibili.
L’indagine indica che in un paziente con cancro del colon-retto di età avanzata, ma senza comorbilità di rilievo, si può programmare una chemioterapia con oxaliplatino senza rischiare una imponente tossicità neurologica.
Argyriou AA, Briani C, et al. Advanced age and liability to oxaliplatin-induced peripheral neuropathy: post hoc analysis of a prospective study. European Journal of Neurology 2013;20:788-94.
e-mail ricercatore: kalofonos@upatras.gr