Nimesulide nell'integratore?
Nel mese di giugno su un quotidiano nazionale è stata pubblicata la notizia del riscontro della presenza di nimesulide in un integratore alimentare (P.C. 28 Plus®) che ha portato al ritiro del prodotto dal mercato. Le domande che sorgono al riguardo sono tante e sarebbe importante avere risposta almeno ad alcune: a che livello della produzione c’è stato l’errore? ma, soprattutto, è stata la contaminazione di un unico lotto o di molti? e quanta nimesulide è stata rinvenuta?
Senza entrare nel merito della vicenda, ora affidata agli organi di controllo, desideriamo fare alcune osservazioni.
L’integratore è un prodotto di solito venduto in erboristeria che non necessita di una prescrizione medica. Chi lo ha utilizzato ha forse assunto inconsapevolmente anche nimesulide, un principio farmacologicamente attivo con proprietà antinfiammatorie, che dall’anno scorso per i suoi effetti avversi a volte di rilievo può essere acquistato in farmacia solo con ricetta medica non ripetibile (vedi Focus story). P.C. 28 Plus® contiene anche arpagofito, più noto come artiglio del diavolo, una pianta medicinale associata a una scarsa/dubbia efficacia clinica come antinfiammatorio, se non ad alti dosaggi.1 Si tratta di una contaminazione accidentale con nimesulide? Vorremmo che le autorità regolatorie rispondessero alla domanda, augurandoci che episodi simili non accadano più. Ci sembra giusto invitare gli organi di controllo e il settore produttivo a una maggiore attenzione e responsabilità nel momento dell’immissione in commercio di tali prodotti, con l’obiettivo di una maggior salvaguardia dei consumatori.
- F. Firenzuoli. Fitoterapia. Guida all’uso clinico delle piante medicinali. Terza edizione, giugno 2004