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Nefrite interstiziale da inibitori di pompa
Principio attivo:
Confermata la relazione tra l’uso dei gastroprotettori e la possibile insorgenza di nefrite interstiziale acuta
Aumentano in letteratura le segnalazioni della pur rara nefrite interstiziale acuta da inibitori della pompa protonica[1]. L’ultimo caso in corso di stampa riguarda una paziente di 84 anni trattata con rabeprazolo[2]. I sintomi di presentazione della reazione avversa non sono specifici e questo rende più difficile la diagnosi. Si possono avere oliguria, malessere, anoressia, nausea e vomito, febbre, artralgie, rash cutaneo. La diagnosi può essere ipotizzata dopo la conferma di un’alterazione della funzionalità renale e/o degli esami di laboratorio (proteinuria, ematuria e leucocituria, alterazioni della funzionalità tubulare, eosinofilia) e confermata solo da una biopsia renale.La reazione è di tipo idiosincrasico al farmaco o ai suoi metaboliti e non ci sono fattori di rischio noti per la sua comparsa, tra l’altro legata anche ad altri farmaci come molti antibiotici, alcuni diuretici, alcuni anticonvulsivanti e i FANS[3]. Nella maggior parte dei casi i sintomi si risolvono dopo la sospensione del farmaco, ma spesso è necessaria una terapia di supporto con corticosteroidi anche se in studi controllati non ne è stata dimostrata l’efficacia[4], a meno che gli steroidi vengano somministrati prontamente, appena fatta la diagnosi [5,6].
Poiché la nefrite interstiziale acuta può portare a insufficienza renale acuta (si stima che ne sia alla base in oltre il 15% dei pazienti ospedalizzati per tale motivo) [7], il medico deve sempre tener presente questa possibilità in un paziente in trattamento con inibitori della pompa protonica.
Bibliografia:
- Br J Clin Pharmacol 2007;64:819-23
- Rev Med Interne 2008; in stampa
- Harrison, Principi di medicina interna, XV edizione
- Nephrol Dial Transplant 2004;19:2778-83;
- Kidney Int 2008; 73:905-7;
- Kidney Int 2008;73:940-6;
- Am Fam Physician 2003;67:2527-34