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Rubrica Fitovigilanza & Integratori
Smart drug: furbi o pericolosi?
Cresce in Italia il consumo di smart drug, letteralmente droghe furbe dal momento che, non rientrando nelle tabelle legislative che proibiscono l’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope, sono sostanze legali e in libera vendita. Gli smart shop esistono in diverse nazioni europee da circa una ventina d’anni e in Italia, dove il primo festeggia a Torino il decennale, sono oggi circa 150. In questi negozi si vendono prodotti di origine naturale e sintetica, ma anche prodotti destinati alla coltivazione di piante (soprattutto funghi e canapa) e accessori per l’assunzione di sostanze fumabili (cartine, filtri, pipe, vaporizzatori). I frequentatori degli smart shop (psiconauti amano definirsi) appartengono a varie categorie sociali: studenti in cerca di un aiuto per la preparazione degli esami, adulti soprattutto maschi che ricercano pillole per sostenere ritmi di lavoro sempre più serrati o dalle proprietà simil-viagra, giovani che usano smart drug per i loro presunti effetti psichedelici, o semplicemente per curiosità.
Infatti gli (o più frequentemente al femminile le) smart drug promettono di aumentare le potenzialità cerebrali, aumentare la capacità di concentrazione e apprendimento e la memoria, rallentare o addirittura prevenire l’invecchiamento del cervello. Certamente non sono bisogni nuovi, fin dall’antichità uno degli elementi comuni in molte culture anche distanti geograficamente è la ricerca da parte dell’uomo di sostanze capaci di aumentare la resistenza alla fatica e di dare sensazioni euforizzanti. Infatti negli smart shop si trovano, oltre a bevande energetiche o pastiglie che assicurano effetti eccitanti pur rimanendo nella legalità (caffeina, ginseng, eccetera) anche molte piante psicoattive provenienti dal Sudamerica, dall’Africa equatoriale, dall’Indonesia, dall’Ucraina. Spesso le varie erbe vengono vendute come “profumatori ambientali” o come “semi da collezione” ma gli psiconauti sanno bene che si possono fumare o masticare. Siamo al confine tra legalità e illegalità.
E’ storia recente quella della Salvia divinorum, una pianta regolarmente e legalmente venduta negli smart shop fino al 2004, il cui incremento nell’uso tra i frequentatori di tali negozi ha destato la preoccupazione delle autorità competenti. Dopo ricerche sugli effetti psicoattivi e allucinogeni della pianta, il suo principio attivo, la salvinorina A, è stato inserito nella tabella I dell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al DPR 309/90.
Non dimentichiamo infine che nell’ambito delle cosiddette droghe furbe sono promossi anche alcuni farmaci come metilfenidato o modafinil, da comprare in farmacia dietro ricetta medica o su internet, allo scopo di migliorare la concentrazione o i ritmi del sonno o ritardare l’invecchiamento.
“Qualcosa sicuramente su cui riflettere” scrive Steven Rose su Lancet “dal momento che l’industria farmaceutica corre in avanti e ciascuno di noi invecchia, prima impercettibilmente e in seguito con una velocità sempre crescente”.
Infatti gli (o più frequentemente al femminile le) smart drug promettono di aumentare le potenzialità cerebrali, aumentare la capacità di concentrazione e apprendimento e la memoria, rallentare o addirittura prevenire l’invecchiamento del cervello. Certamente non sono bisogni nuovi, fin dall’antichità uno degli elementi comuni in molte culture anche distanti geograficamente è la ricerca da parte dell’uomo di sostanze capaci di aumentare la resistenza alla fatica e di dare sensazioni euforizzanti. Infatti negli smart shop si trovano, oltre a bevande energetiche o pastiglie che assicurano effetti eccitanti pur rimanendo nella legalità (caffeina, ginseng, eccetera) anche molte piante psicoattive provenienti dal Sudamerica, dall’Africa equatoriale, dall’Indonesia, dall’Ucraina. Spesso le varie erbe vengono vendute come “profumatori ambientali” o come “semi da collezione” ma gli psiconauti sanno bene che si possono fumare o masticare. Siamo al confine tra legalità e illegalità.
E’ storia recente quella della Salvia divinorum, una pianta regolarmente e legalmente venduta negli smart shop fino al 2004, il cui incremento nell’uso tra i frequentatori di tali negozi ha destato la preoccupazione delle autorità competenti. Dopo ricerche sugli effetti psicoattivi e allucinogeni della pianta, il suo principio attivo, la salvinorina A, è stato inserito nella tabella I dell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al DPR 309/90.
Non dimentichiamo infine che nell’ambito delle cosiddette droghe furbe sono promossi anche alcuni farmaci come metilfenidato o modafinil, da comprare in farmacia dietro ricetta medica o su internet, allo scopo di migliorare la concentrazione o i ritmi del sonno o ritardare l’invecchiamento.
“Qualcosa sicuramente su cui riflettere” scrive Steven Rose su Lancet “dal momento che l’industria farmaceutica corre in avanti e ciascuno di noi invecchia, prima impercettibilmente e in seguito con una velocità sempre crescente”.
Bibliografia:
- Lancet 2008;372:198-9.
- www.iss.it/binary/ofad/cont/smart%20completo.1162288091.pdf
a cura di Anita Conforti
Unità operativa di farmacologia medica, Policlinico G.B. Rossi, Verona
Unità operativa di farmacologia medica, Policlinico G.B. Rossi, Verona