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Prevenzione primaria senza farmaci
I risultati di un’importante metanalisi suggeriscono cautela nell’uso di basse dosi di acido acetilsalicilico nella prevenzione primaria di eventi cardio e cerebrovascolari. Sono stati inclusi 6 studi controllati e randomizzati per un totale di 95.000 soggetti a basso rischio cardiovascolare.
A fronte di una riduzione del 12% degli eventi vascolari gravi (0,51% per anno nei soggetti trattati rispetto a 0,57% nei controlli, p=0,0001) si è avuto un incremento cospicuo delle emorragie gastrointestinali ed extracraniche (0,10% per anno rispetto a 0,07%, p<0,0001). Inoltre l’acido acetilsalicilico non proteggeva rispetto all’ictus, né riduceva la mortalità cardiovascolare.
Dati ben diversi da quelli in prevenzione secondaria (16 studi inclusi per un totale di 17.000 pazienti) con una riduzione degli eventi vascolari gravi (6,7% rispetto a 8,2% per anno, p<0,0001) e una riduzione significativa anche dei casi di ictus (2,08% per anno rispetto a 2,54%).
Mentre si conferma l’efficacia della prevenzione con acido acetilsalicilico nella prevenzione secondaria, l’indicazione è di non ricorrere all’antiaggregante nella prevenzione primaria perché i rischi emorragici superano i benefici cardiovascolari.
A fronte di una riduzione del 12% degli eventi vascolari gravi (0,51% per anno nei soggetti trattati rispetto a 0,57% nei controlli, p=0,0001) si è avuto un incremento cospicuo delle emorragie gastrointestinali ed extracraniche (0,10% per anno rispetto a 0,07%, p<0,0001). Inoltre l’acido acetilsalicilico non proteggeva rispetto all’ictus, né riduceva la mortalità cardiovascolare.
Dati ben diversi da quelli in prevenzione secondaria (16 studi inclusi per un totale di 17.000 pazienti) con una riduzione degli eventi vascolari gravi (6,7% rispetto a 8,2% per anno, p<0,0001) e una riduzione significativa anche dei casi di ictus (2,08% per anno rispetto a 2,54%).
Mentre si conferma l’efficacia della prevenzione con acido acetilsalicilico nella prevenzione secondaria, l’indicazione è di non ricorrere all’antiaggregante nella prevenzione primaria perché i rischi emorragici superano i benefici cardiovascolari.
Bibliografia:
- Lancet 2009;373:1849-60. CDI #nnr#