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Martedì, Marzo 4, 2025
Farmaci imputati nell’esofagite da reflusso
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L’uso di calcio antagonisti, teofillina e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sembra associarsi all’esofagite da reflusso.
È quanto suggerisce uno studio retrospettivo condotto in Giappone su 13.993 pazienti sottoposti a esofagogastroduodenoscopia, tra il 2015 e il 2021, che ha esaminato la prevalenza dell’esofagite da reflusso e dei suoi fattori di rischio, concentrandosi in particolare sull’associazione con i farmaci.
Nel campione analizzato, la prevalenza dell’esofagite da reflusso è risultata pari all’11,8%. Età avanzata, sesso maschile, obesità, fumo, consumo di alcol, diabete, presenza di ernia iatale sono i principali fattori di rischio emersi per la condizione. Per quanto riguarda i farmaci, l’uso di calcio antagonisti (odds ratio – OR 1,22, limiti di confidenza al 95% da 1,06 a 1,40), teofillina (OR 2,13, limiti di confidenza al 95% da 1,27 a 3,56) e FANS (OR 1,29, limiti di confidenza al 95% da 1,03 a 1,61) è stato identificato come un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di esofagite da reflusso.
I calcio antagonisti e la teofillina sono noti per rilassare lo sfintere esofageo inferiore, favorendo così il reflusso acido. L’associazione con i FANS, invece, suggerisce che questi farmaci possano contribuire all’insorgenza di lesioni esofagee, sebbene siano più noti per causare ulcere gastriche e duodenali.
Questi risultati sottolineano l’importanza di considerare l’uso dei farmaci quando si valuta il rischio di esofagite da reflusso. Sono necessarie però ulteriori ricerche per valutare se sia opportuno modificare o sospendere questi farmaci nei pazienti affetti da questa condizione.
Ueta R, Komori S, et al. Medication use and risk of reflux oesophagitis. BMJ Open Gastroenterol 2024;DOI:10.1136/bmjgast-2024-001468.