Inquinamento ambientale da farmaci: agire ora per evitare danni irreversibili domani
Il tema dell’impatto ambientale dei residui farmaceutici è stato al centro del workshop internazionale “Ecopharmacovigilance: impact of pharmaceuticals in the environment”, svoltosi dal 25 al 28 settembre 2023 presso l’International School of Pharmacology “Giampaolo Velo” di Erice. L’evento ha riunito molti esperti con l’obiettivo di analizzare le implicazioni ecologiche e sanitarie della contaminazione da farmaci e si inserisce nella lunga tradizione scientifica di Erice, legata alla farmacovigilanza e alla comunicazione della sicurezza dei farmaci.
È emerso come i residui farmaceutici, provenienti da scarichi urbani, attività agricole e rifiuti ospedalieri, si accumulino in acqua e suolo minacciando la biodiversità e contribuendo alla diffusione della resistenza antimicrobica, una delle sfide più urgenti per la salute pubblica a livello globale. Gli studi presentati al workshop hanno evidenziato gli effetti dannosi di questi residui sulle specie acquatiche e sull’equilibrio degli ecosistemi, sottolineando l’urgenza di adottare strategie di mitigazione.
Il dibattito ha portato alla stesura di un manifesto, frutto della collaborazione tra istituzioni scientifiche e accademiche, oltre a organizzazioni internazionali e all’industria farmaceutica. Pubblicato come riferimento per le politiche future, il documento richiama l’attenzione sull’importanza di un approccio coordinato all’ecofarmacovigilanza.
L’iniziativa rappresenta un passo cruciale verso la tutela degli ecosistemi e della salute pubblica, promuovendo soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto dei farmaci sull’ambiente. Dall’iniziativa è nato un articolo editoriale, pubblicato sulla rivista Drug Safety di cui di seguito si riporta la versione, tradotta letteralmente, del “CUORE” del manoscritto, ovvero “The Call for Action”, con cui gli esperti hanno sottolineato l’urgente bisogno di indagare in primis gli eventuali effetti nocivi della contaminazione da farmaci sull’ambiente e sull’uomo e, quindi, di mettere in atto azioni concrete per limitarla. Si tratta di un punto di partenza di un percorso pragmatico, a nostro avviso, al passo con i tempi e che merita di essere approfondito e indagato.
Richiamo all’azione - I residui farmaceutici nell’ambiente: minacce agli ecosistemi e alla salute umana (2024)
Autori:
Carlotta Lunghi[1], Maria Rosa Valetto[2], Anna Barra Caracciolo[3], Irene Bramke[4], Sergio Caroli[5,6], Paola Bottoni[5], Sara Castiglioni[7], Salvatore Crisafulli[8], Laura Cuzzolin[8], Paola Deambrosis[9], Valentina Giunchi[1], Jacopo Grisotto[8], Antonio Marcomini[10], Ugo Moretti[8], Vitalia Murgia[11], Jayesh Pandit[12], Stefano Polesello[13], Elisabetta Poluzzi[1], Roberto Romizi[11], Nicoletta Scarpa[2], Giovanna Scroccaro[9], Rafaella Sorrentino[14], Anders Sundström[15,16], John Wilkinson[17], Giovanna Paolone[8]
- Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna, Bologna, Italia
- Zadig Editore Scientifico, Milano, Italia
- Istituto di Ricerca sulle Acque, CNR, Roma, Italia
- AstraZeneca, L'Aia, Paesi Bassi
- Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italia
- Fullcro Srl, Roma, Italia
- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Milano, Italia
- Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica-Sezione di Farmacologia, Università di Verona, Verona, Italia
- Ufficio Farmaceutico - Regione Veneto, Venezia, Italia
- Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, Università Ca’ Foscari Venezia, Mestre-Venezia, Italia
- International Society of Doctors for the Environment ISDE, Arezzo, Italia
- Consulente per la Sicurezza dei Pazienti, Nairobi, Kenya
- Istituto di Ricerca sulle Acque, CNR, Brugherio, Italia
- Dipartimento di Farmacia-Scuola di Medicina e Chirurgia, Università di Napoli Federico II, Napoli, Italia
- Agenzia Svedese dei Prodotti Medicinali, Uppsala, Svezia
- Dipartimento di Farmacia, Università di Uppsala, Uppsala, Svezia
- Dipartimento di Ambiente e Geografia, Università di York, York, Regno Unito
Richiamo all'azione
Intensificazione del monitoraggio e della ricerca (Scala ed effetto del problema)
Le prove riguardanti il problema sono in crescita, ma è necessario un impegno molto più intenso e coordinato per costruire un quadro coerente dei fatti sia a livello nazionale sia globale e per indagare gli effetti diretti e indiretti su esseri umani, anfibi, rettili, pesci, uccelli, piante, batteri, funghi e — in ultima analisi — sugli ecosistemi. Sono necessari metodi nuovi e standardizzati per identificare, valutare e monitorare gli effetti combinati dei residui di più sostanze, in particolare lo sviluppo e la validazione di metodi basati sugli effetti1.
Valutazione della gravità e probabilità dei rischi (Prioritizzazione e pianificazione)
Gli approcci di valutazione del rischio basati sulle prove permetteranno di identificare le questioni più urgenti, fornendo una visione immediata dei rischi e orientando strategie a lungo termine per azioni correttive2-5. Questo deve essere bilanciato con il diritto umano dei pazienti alla buona salute, dove l’accesso ai farmaci rimane la priorità in una valutazione rischio-beneficio.
Azione regolamentare nazionale e globale (Misure preventive e/o cambiamento comportamentale)
Quasi tutti gli aspetti del problema possono essere affrontati attraverso azioni normative (legalmente vincolanti), regolamentazione sulla prescrizione e cambiamento comportamentale: alla fonte, durante l’uso, al momento dello smaltimento e nella valutazione dell’impatto a valle. Le misure regolatorie possono essere indirizzate al monitoraggio e alla segnalazione; definizione e applicazione di standard (standard di produzione, trattamento delle acque reflue); allocazione della responsabilità lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, compreso lo smaltimento sicuro; pratiche agricole; e considerando l’impatto ambientale della prescrizione e distribuzione dei farmaci.
Solo poche autorità nazionali forniscono requisiti e linee guida per la valutazione del rischio ambientale da condurre in relazione alle autorizzazioni all’immissione in commercio dei prodotti medicinali6,7. In Europa, le normative farmaceutiche e le strategie più ampie sono in fase di revisione8, con un’attenzione particolare alla resistenza antimicrobica e alla presenza di farmaci nell’ambiente (attraverso un approccio One Health) e incoraggiano lo sviluppo di medicinali più sostenibili dal punto di vista ambientale. È anche degno di nota che alcuni farmaci sono ora inclusi nelle proposte di revisione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, della Direttiva quadro sulle acque, della Direttiva sulle acque sotterranee e della Direttiva sugli standard di qualità ambientale 9,10. Queste proposte identificano alcuni composti farmaceutici come contaminanti di preoccupazione emergente. Per quanto a conoscenza degli autori, mancano sforzi globali per sviluppare standard comuni. Pertanto, è necessario un solido quadro per integrare gli impatti ambientali nelle valutazioni rischio-beneficio dei farmaci, estendendosi oltre l’inquinamento delle acque per affrontare preoccupazioni più ampie come, ad esempio, l’impatto del gas anestetico desflurano sul riscaldamento globale. Una comprensione di base degli impatti ambientali dei farmaci dovrebbe essere garantita nella formazione dei professionisti in medicina e farmacia, ma questa tematica non è stata inclusa nell’ultima direttiva europea che regolamenta la formazione dei futuri farmacisti.
Coinvolgimento attivo dei medici e del personale medico e farmaceutico
Le preoccupazioni relative alla presenza di farmaci nell’ambiente sono condivise dagli scienziati ambientali, ma la consapevolezza tra i professionisti sanitari è ancora molto bassa11,13. L’aspetto della protezione dell’ambiente, specificamente legato all’impatto ambientale dei farmaci, deve essere urgentemente integrato nei curricula accademici e nei corsi di formazione continua per tutti i professionisti che si occupano di farmaci, come medici e farmacisti14. In questo contesto, è anche importante considerare le conseguenze di una prescrizione inappropriata spesso associata alla polifarmacoterapia, soprattutto negli anziani1 . Inoltre, l’impatto ambientale di ciascun farmaco dovrebbe essere considerato e incluso negli strumenti decisionali per orientare pratiche di prescrizione più rispettose dell’ambiente.
Comunicazione attiva in Sanità pubblica (Consapevolezza e cambiamento di comportamento)
La crescente consapevolezza dell’inquinamento farmaceutico e del potenziale di esposizione tramite fonti ambientali potrebbe influire negativamente sulla percezione pubblica dei farmaci e compromettere l’aderenza del paziente ai cicli di terapia necessari. Per garantire che la fiducia del pubblico nei farmaci non venga minata, i pazienti e gli altri membri della comunità devono avere maggiore consapevolezza delle azioni mitiganti che possono adottare. Queste possono includere, principalmente, la restituzione dei medicinali inutilizzati e/o scaduti in farmacia o tramite programmi di ritiro, ma anche l’evitare di gettarli tra i rifiuti indifferenziati e di gettarli nel water. Questo vale per tutte le forme di prodotti medicinali (compresse, creme, gel, cerotti transdermici e dispositivi come gli inalatori per l’asma). Le persone devono essere sensibilizzate sui rischi associati all’ingresso di prodotti farmaceutici nell’ambiente. D’altro canto, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a seguire i trattamenti prescritti piuttosto che sprecare farmaci inutilizzati. Questo potrebbe essere integrato con le campagne di sensibilizzazione esistenti e future mirate alla prevenzione della resistenza antimicrobica.
Gli argomenti presentati nella Fig. 1 sono basati sullo studio di Paut Kusturica et al.16, con sostanziali integrazioni e riformulazioni. È improbabile che gli approcci suggeriti siano esaustivi (o addirittura comprensivi di tutte le iniziative locali già in corso), e lo sviluppo continuo è benvenuto e incoraggiato, ma non dovrebbe ritardare l’adozione delle misure disponibili già oggi.
Fig.1 Panoramica sintetica delle azioni per prevenire o mitigare i rischi derivanti dai residui farmaceutici nell’ambiente.
Ringraziamenti
Il gruppo riconosce il contributo consulenziale ed editoriale di Ralph Edwards, di Marie Lindquist e di Bruce Hugman. Si ringrazia la Scuola Internazionale di Farmacologia della Fondazione Ettore Majorana Foundation e Centro per la Cultura Scientifica di Erice (Italia) e l’Associazione Internazionale per la Farmacologia Clinica e la Terapia (AIFCT) di Verona (Italia) per il loro sostegno al workshop.
Traduzione italiana a cura di Jacopo Grisotto, Daria Sukhova dell’Università di Verona e di Maria Rosa Valetto, Nicoletta Scarpa e Silvia Emendi della redazione di Focus Farmacovigilanza.eu. Ha contribuito alla stesura di questo articolo per Focus Farmacovigilanza Lara Magro del Comitato di Redazione e Daria Sukhova.
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