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Venerdì, Dicembre 27, 2024

Terapia ormonale per la menopausa e rischio di malattie cardiovascolari

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Secondo uno studio di coorte condotto sui registri nazionali svedesi, le terapie ormonali per la menopausa influenzano diversamente il rischio di malattie cardiovascolari a seconda della combinazione ormonale e della via di somministrazione.
Lo studio ha incluso complessivamente 919.614 donne di età compresa tra 50 e 58 anni tra il 2007 e il 2020, delle quali 77.512 hanno iniziato una qualsiasi terapia ormonale per la menopausa durante il periodo di studio, mentre 842.102 non ne hanno fatto uso. L’obiettivo dello studio era di far luce sul legame tra la terapia ormonale menopausale e gli eventi cardiovascolari, considerando che, sebbene efficace nell’alleviare i sintomi della menopausa, diversi studi hanno suggerito una possibile associazione tra il suo utilizzo e un aumento del rischio cardiovascolare. Al riguardo sono state prese in esame una varietà di formulazioni, tra cui opzioni orali e transdermiche, terapie combinate con progestinici (le più utilizzate), trattamenti a base di soli estrogeni e tibolone.
Durante il periodo di follow up di due anni, 24.089 donne hanno avuto un evento cardiovascolare: tra queste 10.360 (43,0%) hanno avuto una cardiopatia ischemica, 4.098 (17,0%) un infarto cerebrale, 4.312 (17,9%) un infarto miocardico e 9.196 (38,2%) un evento tromboembolico venoso.
Le donne che usavano la terapia orale combinata avevano un rischio aumentato di malattie cardiovascolari (Hazard Ratio - HR 1,22, limiti di confidenza al 95% da 1,00 a 1,50), rischio ancora più alto in quelle che assumevano tibolone (HR 1,81, limiti di confidenza al 95% da 1,25 a 2,61).
Analizzando nel dettaglio gli eventi cardiovascolari è emerso che l’uso della terapia ormonale orale combinata e del tibolone si associava a un rischio più elevato di cardiopatia ischemica (HR terapia ormonale combinata 1,27, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,60; HR tibolone 1,76, limiti di confidenza al 95% da 1,14 a 2,70) e quest’ultimo anche di infarto cerebrale (HR 1,97, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 3,78) rispetto a chi non ne aveva fatto uso. Inoltre, sia l’uso di estrogeni orali combinati con progestinici (HR per uso continuo 1,84, limiti di confidenza al 95% da 1,50 a 2,25; HR per uso sequenziale 2,45, limiti di confidenza al 95% da 1,89 a 3,17) sia l’uso della terapia ormonale combinata transdermica correlava con un rischio aumentato di tromboembolia venosa (HR 1,67, limiti di confidenza al 95% da 1,16 a 2,41), contrariamente al tibolone che non si associava a questo rischio (HR 0,76, limiti di confidenza al 95% da 0,38 a 1,53).
Questi risultati sottolineano l’importanza di personalizzare le terapie ormonali per la menopausa in base al profilo di rischio cardiovascolare individuale, scegliendo le opzioni terapeutiche più sicure e mirate per ciascuna paziente.

Johansson T, Karlsson T, et al. Contemporary menopausal hormone therapy and risk of cardiovascular disease: Swedish nationwide register based emulated target trial. BMJ 2024; DOI:10.1136/bmj-2023-078784.

80.211.154.110