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Segnali
Cancro dell’esofago e bifosfonati
Potrebbe esserci un legame tra uso di bifosfonati, soprattutto alendronato, e cancro dell’esofago. E’ noto da tempo che questa classe di farmaci può causare un’esofagite, nelle banche dati di farmacovigilanza dell’FDA, europee e giapponesi sono però giunte segnalazioni più gravi che riguarderebbero la possibile insorgenza di una neoplasia dell’esofago.1 Negli Stati Uniti sono stati segnalati 23 casi (tutti legati all’alendronato) in 21 dei quali il farmaco era sospetto e in due concomitante. In Europa e Giappone, invece, le segnalazioni ammontano a 31, con l’alendronato farmaco sospetto in 21 casi e i restanti dieci legati a risedronato, ibandronato, etidronato o a una combinazione di bifosfonati. In entrambe le casistiche i tre quarti dei casi riguardavano donne, ma non bisogna dimenticare che questi farmaci sono usati più spesso per il rischio di fratture post menopausa. Le dosi impiegate erano variabili e il tempo trascorso tra l’uso del farmaco e la comparsa del tumore era tra l’anno e mezzo e i due anni. Dal punto di vista istologico i tumori erano soprattutto adenocarcinomi, ma c’erano anche casi di carcinomi squamocellulari.
L’ipotetica azione cancerogena a livello esofageo dei bifosfonati potrebbe essere dovuta a un danno diretto delle cellule della mucosa esofagea. Il consiglio è di non usare questi farmaci nei pazienti che hanno già una forma precancerosa, come l’esofago di Barrett, e di fornire sempre al paziente tutte le informazioni necessarie per un’assunzione corretta del farmaco.
L’ipotetica azione cancerogena a livello esofageo dei bifosfonati potrebbe essere dovuta a un danno diretto delle cellule della mucosa esofagea. Il consiglio è di non usare questi farmaci nei pazienti che hanno già una forma precancerosa, come l’esofago di Barrett, e di fornire sempre al paziente tutte le informazioni necessarie per un’assunzione corretta del farmaco.
Bibliografia:
- N Engl J Med 2009;360:89-90.